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Vittoria Haziel,
La Confessione di Leonardo. La sindone, il
sultano, il papa: un enigma storico,
Sperling & Kupfer, pp. 328, € 19.00
Giornalista,
scrittrice, autrice televisiva, Vittoria
Haziel ha studiato a lungo le opere di
Leonardo. E a lei si devono alcune
importanti scoperte, che indicano il grande
toscano come autore del telo di Torino,
nonché un interessante esperimento di
riproduzione dell’immagine sindonica con la
tecnica della pirografia.
La
Sindone di Torino, che tra le reliquie del
genere è quella che ha goduto di maggior
fortuna, è stato dimostrato che è un
semplice telo di produzione medievale, che
nulla avrebbe a che fare col profeta
ebraico, resistente al dominio romano e per
questo condannato alla crocifissione sotto
l’imperatore Tiberio. Quando la si cominciò
ad esporre in Francia, a Lirey, in una
cappella di proprietà del nobile Goffredo di
Charny, si gridò subito al falso. E nel
1389, il vescovo di Troyes, Pierre d’Arcis,
avvertiva il papa che il suo autore aveva
confessato di averlo realizzato usando un
astuto modo (subtili modo) per ottenere
quell’immagine. Papa Clemente VII, non se la
sentì di proibirne l’adorazione, ma il 6
gennaio del 1390, con ben 4 bolle, ordinava:
«si dica chiaro e forte, per far cessare
ogni frode, che questa raffigurazione o
rappresentazione non è affatto il vero
Sudario del Nostro Signore Gesù Cristo, ma
una pittura o tavola fatta a raffigurazione
o imitazione del Sudario».
Nel 1988, l’analisi al radiocarbonio
condotte in tre diversi laboratori a Zurigo,
Oxford e Tucson, hanno provato
scientificamente quanto anche nella Chiesa
del tardo medioevo si sapeva. Insomma la
Sindone è un falso. Di fronte a quei
risultati scientifici, neppure l’arcivescovo
di Torino, Anastasio Alberto Ballestrero,
osò opporsi.
I teli con l’immagine supposta di Gesù si
sono moltiplicati nella creduloneria
popolare medievale. E molti sono i pittori
che si sono anche cimentati (con pretese
sacre?) nell’effigiare Cristo in Sudario. Si
pensi alla sindone adorata nella chiesa di
Lier (Fiandre), contesa dai critici d’arte
tra il pennello di Albrecht Dürer e quello
di Barent von Orley.
In questo filone pittorico, e nell’intreccio
dei “misteri” della Sindone, allora potrebbe
avere spazio l’affascinante tesi della
studiosa di Leonardo da Vinci, Vittoria
Haziel, che dopo oltre vent'anni di
ricerche, sostiene che l'impronta sul
sudario è il capolavoro del Maestro,
un'opera realizzata in completa segretezza,
sfidando il pericolo di essere imprigionato
come blasfemo o addirittura condannato al
rogo. Un'intuizione esposta nel primo libro
dedicato al tema, La passione secondo
Leonardo - ripreso qui con ampi
aggiornamenti e approfondimenti - e
sviluppata attraverso una meticolosa e acuta
indagine, che svela e interpreta le tracce e
i messaggi in codice disseminati
dall'eclettico artista sull'immagine
sindonica e nei suoi scritti.
Ma perché Leonardo si sarebbe dedicato a
un'impresa così difficile e rischiosa? Per
rispondere alla domanda l'esplorazione apre
scenari inediti sulla vita del genio di
Leonardo, con rivelazioni sorprendenti circa
le sue origini e i suoi rapporti con
l'Oriente. E l'oscuro legame con la Sindone
assume nel libro della Haziel un nuovo
significato, alla luce anche di un
silenzioso patto fra il papa Innocenzo VIII
e il sultano ottomano Bayezid II...
Politica, fede, arte… il mistero continua.
(Libero Pensiero, N° 52 giugno 2010)
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