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Paolo
Farinella, Cristo
non abita più qui. Il grido d’amore di
un prete laico. Per Gesù, contro il
Vaticano, ilSaggiatore, Milano
pp. 310 € 16,00
«Gerusalemme,
Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e
lapidi quelli che sono stati mandati a
te.» Se si sostituisce Gerusalemme
con Vaticano, il vangelo di Matteo fila
con una coerenza feroce. Parola di Paolo
Farinella, prete. Il Vaticano, sempre,
da sempre, uccide i profeti. Il
Vaticano, sempre, da sempre, ha mandato
Cristo in esilio. Cristo non abita più
qui. E, forse, non ci ha mai abitato. Da
mille anni, sin dai tempi della lotta
delle investiture,e dunque del conflitto
tra papa Gregorio VII e l’imperatore
Enrico IV, il Vaticano è terra di tutti,
tranne che di Dio. È stato governato da
una lunga fila di papi re, portatori di
un potere assoluto, sia spirituale sia
temporale. Il papa, per dogma, è
infallibile: ai tempi di Benedetto XVI,
anche la Santissima Trinità cede il
passo alla gloriosamente regnante Sua
Santità. Il papa – come ai tempi del
dictatus papae – non può essere
giudicato da alcuno. Ha il diritto di
deporre gli imperatori. Il papa impera
oltre l’impero. Dove impera il papa, in
Vaticano, Dio non c’è. Nel Vaticano, Dio
viene mandato in guerra: i cappellani
militari disconoscono la pace e
abbracciano la guerra. I cappellani
militari stringono alleanze con il
ministero della Difesa: sono dentro lo
Stato, sono lo Stato. Qui, in Vaticano,
si dà morte ai profeti, vita ai banditi.
Ci si dimentica per decenni di martiri
come monsignor Romero, ucciso perché
osteggiava la dittatura salvadoregna; si
proteggono per anni uomini come padre
Marcial Maciel Degollado, protagonista
di atti di pedofilia, e non solo. Qui,
in Vaticano, si dà spazio ai
neocatecumenali, ai lefebvriani,
all’Opus Dei, a Comunione e Liberazione.
Qui, in Vaticano, da sempre, chi pensa
muore. In Vaticano non c’è Cristo. Se un
prete avesse il dono della profezia, se
conoscesse tutti i misteri, se
possedesse tanta fede da trasportare le
montagne, ma non avesse Cristo, no: non
sarebbe nulla.
In Cristo
non abita più qui, Paolo Farinella,
prete genovese, prete laico, prete ateo
per grazia di Dio, tesse un arazzo
appassionato, fondendo esperienze
personali, teologia, storia e
narrazione. Esplorando i testi sacri, e
le storie umane ed ecclesiastiche
da Adamo ed Eva a papa Francesco, chiede
a voce alta una radicale riforma della
Chiesa Cattolica
nel solco del Concilio Vaticano II. E
lancia un
grido d’amore: non dimentichiamoci di
dio.
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