Stuart Clark
L'oscuro labirinto del cielo
Edizioni Dedalo, pp.352, € 16.00
Un
coinvolgente romanzo scientifico,
degno di speciale attenzione.
L'oscuro labirinto dei sensi è,
per Galileo, il mondo in cui ci
muoviamo e nel quale rischiamo di
smarrirci se non ci affidiamo alla
guida dell'esperienza e
dell'intelletto.
La
citazione galileiana nel titolo
allude alla conquista conoscitiva
del cielo, almeno quello a noi più
prossimo, avvenuta nel XVII secolo
grazie appunto alle osservazioni al
telescopio di Galileo e ai calcoli
matematici di Keplero (basati
sull'enorme numero di dati
sperimentali raccolti dall'astronomo
danese Tycho Brahe). E Keplero e
Galileo sono i due personaggi
principali del libro: le loro
vicende si svolgono parallele tra la
Boemia, la Svevia e l'Austria da un
lato, la Repubblica Veneta, il
Granducato di Toscana, lo Stato
Pontificio dall'altro. Limitati a
poche lettere i contatti tra i due,
ma segnato per entrambi il percorso
di vita da incomprensioni,
diffidenze e persecuzioni religiose,
sullo sfondo di guerre, pestilenze e
difficoltà di ogni genere.
Il
lettore, catturato pagina dopo
pagina dalle vicende biografiche,
dalla scrittura piacevole, dagli
agili dialoghi, si chiede se il
romanzo riesca a trovare una sua
unità o non sia piuttosto costituito
da due racconti che a tratti si
intersecano, se riesca alla fine a
comporsi, e chi ne sia il principale
protagonista. Le pagine conclusive,
che ci conducono fino al processo e
alla condanna di Galileo da parte
del Tribunale dell'Inquisizione, e
all'ultima peregrinazione di Keplero
seguita dalla sua morte, sembrano
segnare delle sconfitte.
In
realtà, le parole che chiudono il
libro dimostrano che la dedizione
dei due grandi alla ricerca della
verità, il loro tanto contrastato
anelito alla conoscenza, hanno
prevalso sulle tenebre
dell'ignoranza e generato frutti
preziosi. Scrive Clark: "L'Epitome
di Kepler e i Discorsi di
Galileo divennero le pietre fondanti
della rivoluzione scientifica,
fornendo a Isaac Newton il materiale
grezzo per sviluppare la sua
pionieristica teoria della
gravitazione universale". E allora
risulta chiaro che il vero
protagonista, ed elemento unificante
del romanzo, è appunto la passione
di conoscere, così forte da spingere
l'uomo a lottare con ogni forza per
soddisfarla, contro ogni potere
religioso o politico, e contro tutti
coloro che per calcolo o
opportunismo, temono la forza
chiarificatrice della ragione.
La
veridicità storica dei fatti
raccontati testimonia la rigorosa
documentazione dell'Autore il quale,
anche là dove di necessità inventa,
come nei dialoghi o nella
descrizione di ambienti e di
personaggi minori (anch'essi tutti
realmente esistiti, tranne il
cardinal Lippe), rispetta la
verosimiglianza e l'aderenza alle
condizioni del tempo in cui si
svolgono le vicende. Si veda, ad
esempio, l'acutezza e la delicatezza
psicologica con cui disegna la
figura della madre di Keplero, o i
rapidissimi tratti con cui accenna
al dramma doloroso di suor Arcangela,
la figlia di Galileo costretta a
farsi monaca contro la sua volontà.
Tutto ciò rende la lettura assai
gratificante e al tempo stesso più
istruttiva e avvincente di un'opera
di pura fantasia.
Mariapiera
Marenzana