|
Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
| |||||||||||
|
| ||||||||||
.
Trump e il tentato colpo di stato del 6 Gennaio
di
Maria Mantello
Nella sua egoità
trasbordante, Donald Trump ha vissuto come
un’investitura da monarca assoluto la sua
carica presidenziale. Il suo narcisismo
l’ha spinto fino all’assurda ostinata
pretesa di non volere riconoscere la
vittoria di Joe Biden, incitando finanche al
colpo di stato, pur d’impedire l’atto dovuto
della ratifica del nuovo Presidente degli
Stati Uniti d’America regolarmente eletto. E così, il 6
gennaio è andata in scena la marcia su
Washington, con l’occupazione del Capitol
Hill da parte dei suoi miliziani, che con lo
sconfitto presidente condividono il mito
yankee dell’uomo bianco razzista, machista,
maschilista. Tutto il mondo ha
visto le scene di teppismo dei “Salvatori
d’America”, conclusesi solo con lo sgombero
del Capitol da parte dei reparti
specializzati delle forze dell’ordine. Che hanno poi
presidiato il palazzo, consentendo in
nottata i lavori per ufficializzare il 46°
presidente degli States e della sua vice
Kamala Harris. Una risposta immediata
del Senato, all’insegna della dignità
democratica, che ha ridato fiducia agli
americani e al resto del mondo democratico. Trump, alla fine isolato
anche dalla stragrande maggioranza del suo
partito, ha annunciato che il passaggio di
consegne al nuovo inquilino della Casa
Bianca avverrà regolarmente. Ma, quanto è accaduto il
6 gennaio 2021 non è cancellabile. Uno stupro alla
democrazia con morti e feriti connessi, la
cui responsabilità è di chi, in qualità di
presidente l’avrebbe dovuta tutelare,
accudire, espandere in quei valori
dell’accoglienza e dell’emancipazione, che
permisero ai suoi stessi nonni immigrati la
scalata sociale. Quella che, come noto,
Donald Trump al contrario ha sempre cercato
di negare per altri. Solo per fare un
esempio, si pensi alla questione Mexico. Eppure, sarebbe potuto
uscire dalla scena presidenziale anche se
sconfitto, ma forte di aver incassato ben 74
milioni di voti. È riuscito a polverizzare
anche questo risultato. La rabbia unita al
delirio di onnipotenza fa brutti scherzi! Resta tuttavia la
profonda ferita inferta da Trump alla
Democrazia. Anche se il Paese sembra essersi
svegliato dal sonno ipnoide che, per il suo
tornaconto il grande affabulatore mediatico
era riuscito a creare in tanti. L’ex presidente, che si
credeva il Re, lascia comunque un Paese
corroso da quel populismo tipico dei regimi
totalitari che egli ha incrementato,
coltivato, coccolato per pescare consensi
nei giri di giostra della propaganda di
massa. Si dice che
tornerà ai costosi sollazzi in ricerca di
top-model… Magari aspiranti Miss-Universo,
della cui società gestrice del concorso è
riuscito a diventare proprietario unico.
|
|||||||||||