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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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La vittoria del Sì… Il
dopo
di Bruno Segre
Il
Referendum per la riduzione del numero dei
parlamentari (artt. 56,57,59 della
Costituzione) si è concluso con la vittoria
dei SI (69,63%) sui NO (30,37%) . È la prima volta che in
Europa si votava dopo l’insorgenza
dell’epidemia, che in Italia ha limitato
l’affluenza alle urne (il 53,84%). Il taglio dei
Parlamentari decorrente dalla prossima
legislatura – ossia fra 2 anni (se non
avverrà uno scioglimento anticipato delle
Camere), – fa scendere il numero dei
Deputati da 630 a 400 (cioè – 230), il
numero dei Senatori da 315 a 200 (cioè –
115). Ossia elimina un totale di 345
parlamentari con evidenti vantaggi: più
rapido iter nell’approvazione delle leggi,
maggior controllo dell’operato dei singoli
parlamentari (meno assenteisti, meno
trasformisti), miglior selezione dei
candidati, risparmio di 100 milioni di euro
per indennità e spese. Il quasi 70% dei SI
rispetto al quasi 30% dei NO respinge il
fronte dei contrari (tra cui il direttore de
La Stampa Massimo Giannini che,
contravvenendo alla tradizionale
indipendenza del giornale, aveva concluso il
suo editoriale annunciando che avrebbe
votato NO). Le ragioni del NO erano
piuttosto deboli, mirando sostanzialmente
alla caduta del Governo, che avrebbe creato
una difficilissima crisi. Invece la vittoria
del SI (raggiunta finalmente dopo quattro
precedenti tentativi abortiti ancor prima di
essere portati al giudizio popolare)
determina un equilibrio politico nel Paese. Come promesso
seguiranno le riforme a cominciare da quella
dei Collegi elettorali in base al ridotto
numero dei seggi da assegnare, dall’adozione
del sistema elettorale proporzionale anziché
maggioritario con liste bloccate adottando
le preferenze ed un moderato sbarramento
(proponiamo il 3%) ad eventuali correttivi
per la rappresentanza politica delle Regioni
medio-piccole (Basilicata, Umbria). Con meno Deputati e
Senatori si riducono anche le Commissioni
parlamentari in sede deliberante. Si dovrà
tener conto che al Senato ci sarà un eletto
ogni 302.420 abitanti (prima della riforma
erano uno ogni 188.424), mentre alla Camera
ci sarà un eletto ogni 151.220 (prima uno
ogni 96.000 abitanti). L’Italia scenderà dal
primo al quinto posto in Europa per numero
di Parlamentari dopo Gran Bretagna (1.430
rappresentanti, tra lord, che non vengono
eletti, e deputati), Francia (925), Germania
(778), Spagna (616). Rimane la riforma più
importante: l’abolizione o trasformazione
del Senato (ove l’età degli elettori è ora
scesa da 40 a 25 anni) che attualmente
risulta una copia perfetta della Camera
(bicameralismo paritario). La vittoria del SI
è stata accompagnata da 7 elezioni regionali
su 20 (Valle d’Aosta, Liguria, Toscana,
Veneto, Puglia, Marche, Campania) e da 7
elezioni comunali (Venezia, Mantova, Trento,
Bolzano, Chieti, Matera). Il Centrosinistra
ha vinto in Toscana, Puglia, Campania,
mentre il Centrodestra ha prevalso in
Liguria, Marche, Veneto, Valle d’Aosta. Note
caratteristiche sono la conferma in 4
Regioni dei precedenti governatori,
l’indebolimento del fronte populista,
sovranista della Lega (Salvini), il
rafforzamento del PD (Zingaretti), il
successo di 5 Stelle (Di Maio) nel
referendum, la vittoria di Fratelli d’Italia
(Meloni) nelle Marche. Il virus dell’epidemia
dunque non ha bloccato il messaggio delle
urne. Si annuncia pertanto una nuova
stagione di riforme che garantirà il
progresso democratico dell’Italia.
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