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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Berlusconi, il morto e il fisco
di Antonio Caputo
Dopo 7 anni, il giornale di Sansonetti tira fuori la registrazione su nastro della voce di un magistrato, deceduto e pertanto impossibilitato a confermare o smentire. Racconta a Berlusconi e a qualcun altro che la sentenza di condanna per frode fiscale dell’agosto 2013 fu dettata da ragioni politiche e non giuridiche. Non si è mai visto un magistrato confessare il più grave tra i peccati giudiziari al diretto interessato. E poi perché attendere che il magistrato fosse morto per svelare il contenuto del colloquio? In piena bufera di altre intercettazioni, il caso Palamara. La questione va presa davvero con le molle. Ancora una volta, una captazione, occulta o compiacente che sia, e un nastro di cui nessuno sapeva niente. Col rischio che nessuno creda più a nulla.
Siamo sulla china giusta: i processi si
fanno in tv; le vicende giudiziarie non si
chiudono mai.
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