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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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App interessi privati e
pubbliche reclusioni
di Antonio Caputo
Chi dovrebbe dar vita
all’app “Immuni” avrà un enorme potere:
miliardi di dati, e dei più sensibili e
“preziosi”, su milioni di persone verranno
veicolati dalla loro creatura digitale. Chi sono i soggetti
indicati da Arcuri? E che cosa c'entra
Arcuri? Le tre aziende private
coinvolte sono Bending Spoons , che
realizzerebbe l’infrastruttura, il Centro
Medico Sant’Agostino di Luca Foresti (una
rete di poliambulatori che lavora anche
sulla digitalizzazione dei processi
ospedalieri) e il colosso dell’e-marketing
Jakala, guidato da Matteo de Brabant.
Tutte società con sede a Milano. Bending Spoons:
fondata da quattro ragazzi italiani nel 2013
– Francesco Patarnello, Luca Ferrari, Matteo
Danieli e Luca Querella – sviluppa
applicazioni che hanno avuto decine di
milioni di download e, secondo una
classifica del Sole 24 Ore di qualche
tempo fa, è una delle prime venti aziende al
mondo in questo settore. A fine del 2019 aveva
circa 130 dipendenti, quasi tutti a tempo
indeterminato e il fatturato era previsto
più che raddoppiare rispetto al 2018 (90
milioni rispetto ai 37,5 certificati
dall’ultimo bilancio disponibile). Numeri che hanno attirato
gli interessi degli investitori: a luglio
2019 sono entrati col 5,7% nella compagine
proprietaria – fino ad allora costituita dai
fondatori e da alcuni dipendenti di Bending
Spoons – tre società, vale a dire H14 di
Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, Nuo
Capital dalla famiglia Pao Cheng di Hong
Kong e StarTip (veicolo di Tamburi
Investments Partners spa). Non sarebbe allora
meglio affidare l'app al solo Servizio
sanitario nazionale con la supervisione del
Garante della privacy? Sottraendone la
gestione ad Arcuri e allo stesso governo?
Collegandola alla rete della medicina
territoriale di base perché il nostro medico
abbia sotto mano l'evoluzione del nostro
stato di salute? Si incentiverebbe in
concreto: continuità assistenziale,
telemedicina, tele-monitoraggio permanente,
che presuppongono la dotazione di strumenti
quali termonetri, saturimetri misuratori di
pressione e frequenza cardiaca e
indice glicemico e loro sistematica
rilevazione strutturata ad opera di Asl e
medicina di base. Così da intervenire
concretamente e tempestivamente. Con
la garanzia irrevocabile di
distruzione dei dati a fine epidemia. Salva
la loro autorizzata detenzione da parte del
medico di base. lo strumento app,
potrebbe allora, non essere percepito come
una sorta di grande fratello alle nostre
calcagna con dati addirittura in
possesso di un governo, ma un mezzo
terapeutico comunque utile. A
condizione, ahimè lontana, di un radicale
potenziamento della medicina territoriale,
dopo decenni di dissesto da mala gestione
politica. Ma se si continuano a
fare pochi tamponi in assoluto, circa ad
oggi solo 900mila a fronte dei 4milioni
della Germania, come non comprendere che
l'utilità dell'app, nei termini oggi
ipotizzati, è molto ridotta se non quasi
nulla? Anche perché solo 1/5 o
meno della popolazione ultra65enne dispone e
sa usare internet. App strumento terapeutico
e di intervento di sostegno del servizio
sanitario e non similpoliziesco insomma. Escludendo naturalmente
qualsiasi interferenza di Google, Microsoft,
e simili, oltre che di qualunque governo.
Ben diverso e molto opaco, equivoco
e nebuloso il quadro inquietante e
avventuroso tracciato da Arcuri e Colao. Conte ha detto ieri in
parlamento che non è obbligatoria nè può
impedire i movimenti dei cittadini. Arcuri e
Colao affermano il contrario. La App ha origine
nebulosa e soprattutto non si sa chi
gestisce i dati chi e sino a quando li
custodirà e nemmeno a che e che cosa serve e
se serve . Il presidente del
Consiglio Conte ha annunciato alle camere
che la ”app Immuni” per tracciare gli
italiani sullo smartphone è solo su «base
volontaria e non può assolutamente
costituire un impedimento al libero
movimento delle persone».
Senonché il signor
Domenico Arcuri, nominato da Conte
commissario all’emergenza, faceva la sua
apparizione un po' spettrale in conferenza
stampa con la sua forte e cavernosa
inflessione infarcendo il suo eloquio di
termini oscuri, in uno scenario senza luce. Le sue parole: «Il
contact tracing [app Immuni. Ndr] è una
modalità per garantire che in qualche modo
vengano conosciuti e tracciati i contatti
che le persone hanno, molto importante se
qualcuno si contagia. Possono essere usati
per contenere la diffusione del virus. In
tutto il mondo alleggerire il contenimento
significa essere in grado di mappare
tempestivamente i contatti delle persone;
l’alternativa sarebbe non alleggerire le
misure, privandoci di quote importanti della
nostra libertà come in queste settimane è
accaduto». In altre parole o
aderite all’App Immuni o prolungare il
lockdown (termine anglofono che evoca
Guantanamo nella sua originaria accezione
dopo l'attentato delle 2 torri gemelle). Insomma: o vi fate
tracciare o restate a casa. È accettabile? Su questa storia
dell’app Immuni c’è molta, troppa confusione
e poca trasparenza. Nemmeno si sa dove
andranno a finire i dati del tracciamento,
tanto che il Copasir, il comitato
parlamentare sui servizi, è convocato
d’urgenza. Sponsor anche l’ultimo arrivato e
nominato in conferenza stampa, Colao (Meravigliao),
ex capo Vodafone. Vive a Londra da anni. È
stato messo a capo di una task force che
dovrebbe dirigere la fase 2, riapertura del
Paese. Non si sa in base a quale
selezione e competenze visto che si occupava
di telefonia e di finanza. (o forse per
questo?) Di lui in tv si vedono
solo immagini d’epoca dove brandisce dei
telefonini. Il campione della
app Immuni è comunque ancora consulente
della General Atlantic, società di
investimento americana che ha stanziato un
fondo da 5 miliardi di dollari per far
acquisizioni di società in difficoltà per il
covid19. Fa ancora questo mestiere
nella finanza? Si è dimesso? Si è
autosospeso? Non lo sappiamo. Potremmo far
tracciare anche lui così sappiamo dove sta e
cosa fa. Ancora uno sforzo e alla
prossima invece delle mascherine ci mettono
la museruola per la libera uscita.
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