Crocifisso nelle scuole?
Clericali ora basta!
di Bruno Segre
Il nuovo Ministro grillino
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,
on. Lorenzo Fioramonti, parlando alla Radio, ha
dichiarato: “Credo in una Scuola laica
permettendo a tutte le culture di esprimersi non
esponendo un simbolo in particolare. Meglio
appendere una cartina geografica del mondo con
richiami alla Costituzione” riferendosi
ovviamente al crocifisso appeso in tutte le scuole
pubbliche d’Italia.
Questa autorevole opinione
esprime una continuità con la polemica promossa,
parecchi anni fa, da Adel Smith, presidente
dell’Unione Islamica Italiana, dal magistrato Luigi
Tosti, dalla Associazione Nazionale del Libero
Pensiero “Giordano Bruno”, dall’Unione Atei,
Agnostici, Razionalisti (UAAR), dalla Consulta per
la laicità delle Istituzioni, dai Radicali e da
molti Socialisti.
Nel corso degli anni fu tolto il
crocifisso nelle aule scolastiche che ospitavano i
seggi elettorali per evitare che i votanti fossero
influenzati a favore della Democrazia Cristiana, il
cui simbolo era una croce.
La rimozione del crocifisso
dalle aule scolastiche (che dovrebbe estendersi agli
ospedali, ai tribunali, alle carceri e ad ogni sede
pubblica) appare sempre più necessaria in un Paese
ormai multietnico, rinunciando alla contestuale
esposizione dei simboli delle minoranze religiose
(musulmani, ebrei, buddisti, ecc.) per motivi di
spazio.
Sono subito insorte
proteste da parte sia di membri della Conferenza
episcopale, sia di politici di vari Partiti. LA
RAI-TV contravvenendo al metodo democratico del
confronto tra fautori e contrari di un problema, ha
trasmesso alle ore 21 del 1 ottobre dopo il TG2
nella rubrica “Post” un “confronto” - diretto dalla
giornalista Maria Antonietta Spadorcia- fra Davide
Desario (direttore di “Leggo”) e Vittorio Sgarbi
(critico d’arte).
In mancanza di un
contradditorio i due personaggi si sono accaniti
contro il Ministro, adducendo discutibili
asserzioni.Il prof. Sgarbi, noto poligamo, ha detto,
fra l’altro, che “il cristianesimo è la più grande
civiltà della Storia” e che “Cristo è un uomo della
Storia ed è la Storia dell’uomo”.
Sgarbi dimentica che
Cristo era un ebreo rivoluzionario, che creò una
nuova morale in Occidente, come Maometto nell’Islam,
Buddha e Confucio nell’Asia. Dimentica che il
cristianesimo, dopo aver annientato la religione
antropomorfa greco-romana, si
impose con la violenza delle Crociate,
dell’Inquisizione, dei roghi, delle persecuzioni,
delle guerre di religione in Europa, dei massacri di
milioni di nativi in America.
Il crocifisso ricorda il profeta
di una morale universale, la vittima di una casta
sacerdotale, l’uso di uno strumento romano di morte.
Appartiene alla Storia e la sua dimora non è la
parete di una scuola, ma l’archivio di un museo.