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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Politici e competenze
Si è formato il nuovo Governo e
noi ci auguriamo che sia attento a tutelare la
Laicità dello Stato, che non a caso è principio
fondante della nostra Costituzione. Essere amministratori della
“cosa pubblica” richiede autonomia politica e
competenza in quel che si fa. Negli altri paesi
europei esistono scuole pubbliche di formazione per
questo. Un particolare di non poca
importanza in un paese come il nostro, dove la
politica sembra essere per lo più un mestiere, come
sottolineano Milena Gabanelli e Luigi Offeddu, in
questi passi del loro articolo Una Scuola per
formare gli amministratori pubblici (Corriere.it,
5 settembre 2019): «La maggioranza dei
rappresentanti del popolo nasce nella politica e vi
cresce dentro. Un dentista deve studiare almeno
per sei anni e prendere una laurea, prima di poter
limare un molare; un architetto non può alzare
quattro muri senza avere laurea e abilitazione.
Prima di assumere un ruolo di responsabilità devi
dimostrare di aver prodotto qualche risultato. Per gestire pezzi di Paese,
almeno in Italia, no. Di fatto i criteri di scelta e
di arruolamento sono sempre gli stessi: cooptazione,
fedeltà personale, convenienza reciproca. È una minaccia alla democrazia
pretendere che siano richiesti requisiti di merito o
di competenza prima di cedere le chiavi di un
ministero, una regione, un comune? [...] La Gran Bretagna ha scuole
come l’Istituto del governo locale, che forma i
gestori dei conti pubblici o della sanità. La
Germania la scuola di Kehl, 70% donne che studiano
pubblica amministrazione e all’iscrizione diventano
già funzionari pagati. In Finlandia, i quadri si
formano all’Istituto della pubblica amministrazione,
che coinvolge tutti i ministeri. In Danimarca, i
Centri per la valutazione delle competenze
individuali formano il personale della pubblica
amministrazione a tutti i livelli. Anche in Italia
c’è la Scuola Nazionale dell’Amministrazione,
fondata nel 1957, dipende dal Consiglio dei
ministri. Fra gli ultimi corsi di
studio : «Come redigere il piano di prevenzione
della corruzione», «Ufficio stampa e media
relations», «Esperto in protocollo e cerimoniale».
La scuola vanta diversi scambi internazionali. Non
tutti, forse, ad altissimo livello. Ultime
delegazioni ricevute in visita ufficiale: Istituto
cinese del Chengdu, Collegio nazionale del Pakistan,
comune di Namyangju (Sud Corea), Istituto
diplomatico della Georgia, accademia Ho Chi Minh del
Vietnam. Ecco, si potrebbe cominciare a portare
questa scuola all’altezza dei modelli europei sopra
citati. E magari con l’obbligo di transitarvi, prima
di amministrare la cosa pubblica».
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