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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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SOS
SCUOLA Regionalizzazione? No
GRAZIE
Questa
Associazione da sempre in difesa della scuola
pubblica ha aderito e partecipato all’assemblea
nazionale contro qualsiasi tipo di autonomia
differenziata che si è tenuta il Documento
dell’assemblea di Roma per il ritiro di qualunque
Autonomia Differenziata L’unità della Repubblica è oggi
in pericolo, rimessa in causa dalle richieste di
“autonomia differenziata” che alcune Regioni hanno
presentato. Non è la prima volta, negli
ultimi vent’anni, che ci troviamo di fronte a
proposte che vanno nel senso della “devolution”,
dell’ “autonomia”, del “decentramento”. Tuttavia,
specialmente grazie alla reazione della popolazione,
in particolare con il referendum sulla “devolution”
del giugno 2006, queste proposte non si sono mai
realizzate pienamente. Oggi invece ci troviamo di
fronte ad un pericolo concreto, imminente: il
governo intende dar seguito alle richieste delle
Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna che
pretendono di applicare la riforma del Titolo V
della Costituzione per andare verso una vera e
propria regionalizzazione, che di fatto si configura
come l’attacco più insidioso e indiretto all’unità
del Paese finora perseguito. Le bozze di Intese Stato-Regioni
circolate e pubblicate nei mesi scorsi prevedono
infatti che tutta una serie di materie che vanno
dall’istruzione alla sanità, dall’ambiente alle
infrastrutture, dal lavoro ai contratti, dalla
ricerca scientifica ai beni culturali, dai servizi
fino a giungere addirittura ai rapporti
internazionali e con l’UE passino alle Regioni. Dietro queste Regioni, altre si
candidano fin d’ora ad intraprendere la stessa
strada (Piemonte, Friuli, Umbria, Basilicata…), in
una corsa alla divisione che innescherebbe un
processo pericoloso, dal quale sarebbe molto
difficile tornare indietro, con conseguenze che
possono diventare tragiche. Il pericolo per l’unità della
Repubblica è evidente. Essa non è infatti un concetto
astratto, né un’acquisizione storica al riparo da
ogni pericolo. Al contrario, l’unità del Paese e
della Repubblica si fonda sulle leggi uguali per
tutti i cittadini, sui contratti nazionali, su
infrastrutture nazionali, sul sistema di tassazione
nazionale, sull’uguaglianza dell’accesso ai servizi
pubblici, alla sanità, alle pensioni, alla sicurezza
sul lavoro. In questo senso,
l’autonomia differenziata liquida definitivamente
tutto ciò che tiene unito il Paese ed è finalizzato
all’interesse generale. Principi e diritti sociali
previsti nella I^ parte della Costituzione di fatto
verrebbero annullati. E se questo porterebbe subito a
far sprofondare le Regioni del sud (alienate dalla
perequazione e colpite dalla clausola che
l’operazione dovrà essere portata avanti “senza
oneri aggiuntivi” per lo Stato: a costo zero si
abbatteranno uguaglianza, solidarietà, democrazia e
l’unità stessa della Repubblica), nondimeno
colpirebbe i cittadini del nord. Nella nostra
assemblea abbiamo potuto constatare ciò che avevamo
già cominciato ad analizzare nei mesi scorsi: tutti
sarebbero colpiti attraverso la rimessa in causa dei
contratti nazionali, dei servizi, dell’accesso agli
stessi diritti. L’assemblea rivolge dunque un
appello a tutte le forze politiche, sociali,
democratiche del Paese per una forte azione unitaria
per fermare il percorso dell’Autonomia
differenziata. In particolare, lancia un appello a
tutti i sindacati per una grande manifestazione
unitaria che porti a Roma, nel più breve tempo
possibile, centinaia di migliaia di cittadini, per
il “ritiro di qualunque progetto di autonomia
differenziata”. Si impegna nella costituzione di
Comitati locali di scopo per il ritiro di ogni forma
di Autonomia differenziata, che facciano crescere la
consapevolezza del pericolo di ogni provvedimento
che mini alle fondamenta la prima parte della
Costituzione repubblicana, i diritti universali e le
conquiste dei lavoratori. Si impegna a diffondere e a far
sottoscrivere queste considerazioni conclusive anche
ai gruppi, alle Associazioni, ai Coordinamenti ed ai
singoli che oggi non hanno potuto essere presenti. Si riconvoca il 29 settembre per
la continuazione della mobilitazione. Roma, 7
luglio 2019
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