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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Salone del libro e spettri fascisti
Nelle democrazie moderne ci si interroga
sempre più spesso se e come integrare nella sfera pubblica
istanze che si collocano ai limiti del patto costituzionale. In Italia il dilemma non è nuovo, con la
differenza che in passato le controculture politiche
rivendicavano con orgoglio il loro escludersi ed essere
escluse dalle sedi formali del confronto democratico. Oggi la loro tendenza è cambiata, gli
estremismi vogliono accedere allo spazio pubblico
dall’ingresso principale, per cambiare il sistema
dall’interno, modificandone le regole del gioco. È forse per questo che una casa editrice
quale Alta Forte difende il proprio diritto a partecipare ad
una kermesse, che un tempo si sarebbe definita borghese,
quale il Salone del Libro di Torino, la cui organizzazione
ne ha ammesso la presenza sollevando polemiche e il rifiuto
di alcuni autori in dissenso con tale scelta (ma per favore
non lo si chiami aventino). Benché sia noto che tale azienda
promuova una linea molto vicina agli ambienti di estrema
destra, da un punto di vista squisitamente tecnico sarebbe
stato difficile impedirne la partecipazione in modo
motivato, non esistendo uno statuto dove se ne ricavi
l’intento sovversivo. Per questo è condivisibile la scelta
degli organizzatori, proprio per non cadere nel rischio di
applicare pregiudizialmente categorie importanti, quali
fascismo e antifascismo, che così rischierebbero di scadere
nella retorica. Un sistema di valori forte deve essere
in grado di confrontarsi con chiunque, salvo poi riaffermare
i propri principi all’atto pratico, senza timore di imporli
se necessario. Sia dia ad Alta Forte la possibilità di
esprimersi alla pari, ma si vigili sui contenuti del suo
messaggio, intervenendo se questi si palesino nella loro
anti democraticità. Proprio come il corpo di un atleta, solo
il costante esercizio tiene in vigore una democrazia, che
invece è destinata a rammollirsi se, chiusa nel proprio
sempre più svuotato salotto, continui a pensare che alle
minacce che bussano basti non aprire la porta, illudendosi
che mai questa possa essere sfondata. Marco Lombardi
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