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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Manifestazione mondiale per
salvare il pianeta terra
Centinaia di migliaia di
manifestanti sono attesi oggi, 15 marzo, in
moltissime città di 100 paesi del mondo, compresi
tutti gli Stati membri dell’Ue, in occasione dello
“Sciopero Mondiale per il Futuro” lanciato dal
movimento dei giovanissimi e degli studenti per la
lotta al cambiamento climatico. Sarà la prova più
importante finora per il movimento, sorto
nell’agosto scorso per iniziativa della sedicenne
svedese Greta Thunberg, diventata ormai il simbolo
della ribellione generazionale degli studenti contro
l’inazione delle élite politiche in Europa e nel
mondo, e cresciuto in questi mesi con i sempre più
numerosi scioperi e le manifestazioni settimanali
degli studenti. Per l’Italia, le manifestazioni sono
organizzate da #FridaysForFuture, presente in 157
città. L’obiettivo principale del
movimento è convincere i leader politici di tutti i
paesi, semplicemente, “ad ascoltare gli scienziati”
che hanno lanciato l’allarme sul cambiamento
climatico, come ha detto Greta in un suo recente
intervento a Bruxelles, e a rispettare gli impegni
presi con l’Accordo alla Conferenza Onu sul clima di
Parigi del 2015 di mantenere l’aumento della
temperatura media dovuto al riscaldamento globale
del Pianeta sotto 1,5 gradi centigradi entro questo
secolo. Alla politica, in tutto il mondo, si, chiede
di agire subito per limitare drasticamente le
emissioni a effetto serra, perché ormai non c’è
davvero più tempo da perdere. A livello europeo, la pressione
dei giovani manifestanti ha un obiettivo diretto nei
confronti dei leader dell’Ue, che si riuniranno in
un vertice a Bruxelles il 21 e 22 marzo, e che hanno
in agenda proprio la lotta al cambiamento climatico,
insieme ad altri importanti temi come la Brexit. Il
Consiglio europeo discuterà la visione climatica a
lungo termine dell’Ue, e le azioni che gli Stati
membri dovrebbero intraprendere per limitare
l’aumento della temperatura media a 1,5 ° C. Nella
proposta strategica pubblicata dalla Commissione
europea a novembre, si raccomanda di adottare
l’obiettivo di raggiungere zero emissioni nette di
gas a effetto serra entro il 2050 al più tardi. In una risoluzione non
vincolante adottata ieri a Strasburgo, con 369 voti
a favore, 116 contrari e 40 astensioni, la plenaria
del Parlamento europeo ha chiesto che, oltre
all’obiettivo di lungo termine del 2050, l’Ue
aumenti la propria ambizione e i propri sforzi
portando dal 40% previsto attualmente al 55% la
riduzione delle emissioni prevista per il 2040
(rispetto al livello del 1990). Fra i governi dell’Ue, Spagna,
Danimarca, Svezia, Lussemburgo, Francia e Olanda si
sono già dichiarati a favore di un’azione più
determinata e ambiziosa per rispettare l’Accordo di
Parigi, ma altri paesi (in particolare quelli
dell’Est) non sono dello stesso avviso. Una altro
appuntamento internazionale importante a cui
guardano i manifestanti è quello del prossimo
vertice Onu sul clima, previsto a settembre di
quest’anno, in cui tutti paesi del mondo dovrebbero
presentare i loro nuovi impegni per la lotta al
riscaldamento globale. Un altro appuntamento importante
a cui guardano i manifestanti è la prossima
conferenza Onu sul clima, prevista a settembre, in
cui tutti paesi del mondo dovranno prendere nuovi
impegni contro il cambiamento climatico. Fonte aska-news, 15 marzo
2019
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