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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Caso Regeni. Trionfa il
“segreto” di Stato
di Maria Mantello
Era andato in Egitto
per incarico dell’università di Cambridge, dove
stava lavorando a una tesi di dottorato sui
sindacati. Tema pericoloso in un paese dove
basta un nonnulla per essere sbattuti in carcere
o condannati a morte con processi sommari. Dove
- denuncia Amnesty International -
avvengono sparizioni forzate in carceri segrete
presso basi militari. Un paese dove l’islam
torna a compattare le masse e il velo per le
donne ritorna. Un paese che
Reporter Senza Frontiere mette ai primi
posti al mondo per numero di giornalisti
imprigionati. Un paese dove – afferma lo
scrittore egiziano Ala Al-Aswani – «il livello
di repressione è altissimo, più che ai tempi di
Mubarak. All'epoca almeno si era liberi di
dissentire. Oggi c'è più censura, ci sono più
arresti politici, c'è gente che scompare». E a scomparire il 25
gennaio del 2016 era Giulio Regeni. Le sue
tracce si perdevano alla stazione Al Buhuth
della metropolitana del Cairo. Venne ritrovato
cadavere ai lati di una strada. Ad assassinarlo, corpi
specializzati di torturatori che si accanirono
per giorni e giorni sul ragazzo, facendone
poltiglia (sua madre lo riconobbe dalla punta
del naso!). Seguirono farseschi
depistaggi. Neppure ben orchestrati: troppo
grande la sicumera di mandanti e sicari. È l’Egitto della
repressione del generale Abdel Fattah al Sisi,
andato al potere con un colpo di stato nel 2013
e che ha annunciato qualche giorno fa di
ricandidarsi per un secondo mandato alle
elezioni di marzo prossimo. È l’Egitto che fa
affari d’oro con un Occidente per cui pecunia
non olet. Neppure se sa di sangue
rappreso... Sono passati tre anni da
quell’atroce omicidio... e continuano i balletti
di ipocrisie, menzogne, insabbiamenti, tra
annunci ridicoli di svolta sulle indagini. Gli
striscioni che chiedevano verità si sono
sbiaditi, mentre le dichiarazioni di circostanza
istituzionali somigliano sempre più a strida di
cornacchia. L’uccello dai tanti volti
mitologici, preposta anche a “custode della
segretezza”. Ma
qui, sappiamo bene come sono
andate le cose. Adesso è l’ora della Giustizia
contro le fitte reti di connivenze per mantenere
il “segreto”: di Stato!
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