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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Casa
Internazionale delle donne
Una delibera
della Regione Lazio ne afferma il ruolo di bene
pubblico per la cittadinanza. Il Comune di
Roma non potrà ignorarla
di Maria Mantello
La Regione Lazio con una
delibera del 2 agosto 2018, ha preso una forte
posizione a favore della Casa Internazionale
delle Donne. Nero su bianco, la
Giunta guidata da Nicola Zingaretti ne ha
sancito, infatti, il ruolo imprescindibile ed
unico che essa ha sul territorio a beneficio
della cittadinanza tutta: per efficacia e
gratuità dei servizi sociali e culturali che da
sempre offre. È «sito di rilevante
interesse pubblico – afferma la Regione Lazio –
per il suo significato di testimonianza attiva e
di concreto servizio sociale e culturale offerto
a tutte le donne di Roma e del Lazio». Un ruolo
che non è di oggi, ma storico, come la delibera
riconosce: «La Casa Internazionale delle Donne,
infatti, è da anni un presidio unico nel
suo genere grazie anche alla presenza delle
tante associazioni del movimento delle donne.
Svolge con continuità un’opera meritoria di
contrasto al razzismo e alle discriminazioni, e
di sostegno alle donne in difficoltà». Ma la delibera della
Regione Lazio va ben oltre l’atto di
attestazione, offrendo lo strumento operativo
per impedire, sia lo sfratto intimato dal Comune
di Roma (proprietario dello stabile di via della
Lungara 19, dove dal 2001 la Casa risiede), sia
il ricrearsi di indebitamenti da canoni non
onorati appieno. Ecco il passaggio della
delibera: «Le istituzioni che mettono parte del
proprio patrimonio immobiliare a disposizione di
realtà come la Casa Internazionale delle Donne,
grazie a questa delibera, se vorranno, potranno
ricorrere ad una metodologia rigorosa di
computazione nei canoni di utilizzo degli
immobili del valore dei servizi erogati». Un
computo – si badi bene – che impegna la stessa
Regione Lazio a quantificarne il valore sulla
base dell’effettivo «impatto sociale» per il
territorio: «La Regione Lazio si impegna,
inoltre, con questo atto di Giunta a misurare
l’impatto sociale delle prestazioni rivolte a
circa 30.000 donne ogni anno e rese a titolo del
tutto gratuito dalla Casa Internazionale delle
Donne, al fine di quantificarne il valore
economico». Insomma il Comune di Roma,
che già si era dichiarato aperto a una
transazione, ma che il 3 agosto (giorno
successivo alla delibera della Regione Lazio) ha
notificato al Consorzio Casa Internazionale
delle Donne la revoca della concessione, non
potrà ignorare questa delibera di dignità.. La battaglia contro la
chiusura della Casa Internazionale della Donne,
che ha visto impegnata anche l’Associazione
Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”,
continua. SCHEDA
Da
via del Governo Vecchio a via della Lungara
La Casa Internazionale
delle Donne nasce il 2 ottobre del 1976,
quando i movimenti femministi romani
occupano palazzo Nardini dietro piazza
Navona, nei pressi di via del Governo
Vecchio. È questo un
edificio del quattrocento con grossi
problemi di sicurezza. E le donne lo devono
abbandonare nel 1987. Si trasferisco allora
in via della Lungara 19: un’ala del dismesso
penitenziario femminile dell'ex convento del
Buon Pastore. La promessa
dell’amministrazione capitolina per la
destinazione dell’edificio a Casa
Internazionale delle Donne, comincia a
concretizzarsi nel 1992, quando il progetto
rientra tra le opere di Roma Capitale. Nel 1995 iniziano
le opere di restauro, che terminano nel
2001. Così, l’allora sindaco di Roma
Veltroni, con una cerimonia ufficiale,
consegna lo stabile di via della Lungara 19
ai gruppi femministi storici della Capitale,
che nel frattempo hanno formato il Consorzio
della Casa Internazionale delle Donne.
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