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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Commemorato a
Torino in piazza Castello
Goffredo Varaglia, martire dell’Inquisizione All’evento ha
aderito l’Associazione Nazionale del Libero
Pensiero “Giordano Bruno”
A
Torino in Piazza Castello il 29 marzo 1558 fu
impiccato ed arso sul rogo il pastore valdese
Goffredo Varaglia, vittima di un processo
istruito dall’Inquisizione. Varaglia, nativo di
Busca (Cuneo), era stato ordinato sacerdote
francescano. Successivamente aderì alla Riforma
protestante, frequentò l’Accademia di Calvino a
Ginevra e fu mandato, quale pastore, in Piemonte
a predicare nelle Valli valdesi. Dopo
una disputa teologica, svoltasi pubblicamente a
Busca con il frate Angelo Malerba, fu arrestato
a Barge per ordine dell’Inquisizione e poi
condotto a Torino per il processo. Rifiutò di
abiurare e venne condannato al rogo. Affrontò la
morte con coraggio, arringando la folla prima
dell’esecuzione. A 460 anni di distanza, la Chiesa Valdese ha organizzato a Torino, il 29 marzo, una pubblica commemorazione, cui hanno preso parte il pastore Ribet, l’assessore regionale Monica Cerutti, l’assessore comunale Lavolta, il presidente della Comunità ebraica di Torino Disegni e l’avv. Segre, che ha recato l’adesione dell’Associazione Nazionale del Libero Pensiero intitolata a Giordano Bruno (finito al rogo a Roma 42 anni dopo Varaglia) e ha auspicato l’abrogazione del Concordato fra la repubblica e il Vaticano.
Bruno Segre
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