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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Il fallimento del Jobs
act a teatro. “La notte della Tosca” di Maria Mantello
Pesantezza o
leggerezza dell’essere? È l’interrogativo
che ci accompagna in una realtà
sociale sempre più sfilacciata nei diritti, a
cominciare da quello del lavoro da cui dipende
l’esistenza concreta di ognuno. Ma la pesantezza può
trasformarsi in leggerezza, quando trovi una via
d’uscita. Quando sfidi con coraggio
l’effettività che sembra ingoiarti e polverizzare il
tuo essere risucchiato nel tunnel di
una lettera di licenziamento
“per riordini aziendali” , “per esigenze
aziendali” . Una lettera per cui
tu non hai nessuna colpa, ma
che ti fa sentire quanto sei piccolo ingranaggio del
sistema mercatista, dove la precarizzazione
del lavoro è precarizzazione della vita. Su questo chiama a
riflettere la commedia “La notte della Tosca” di
Roberta Skerl. Regia di Silvio Giordani. Con Pietro
Longhi, Annachiara
Mantovani, Alida Sacoor, Gabriella
Silvestri e Pierre Bresolin, che sarà in scena da
Febbraio ad Aprile al Martinitt di Milano prima, e
poi al Manzoni di Roma. Una commedia di cogente
attualità nel contesto sociopolitico che ci
circonda, e di cui il “jobs act” è stata la chiusura
del cerchio opera di Satiretti titillanti osceni
ditirambi su “più flessibilità più occupazione” ...
mentre si apprestavano a consumare l’orgiastico
pasto dello scalpo dell’art. 18. Una piéce teatrale, “La
notte della Tosca”, dove la leggerezza del sorriso
sulla vita non manca, intrecciata alla pesantezza
della rabbia per l’ingiustizia subita. Non sono eroi i personaggi della
commedia: le tre infermiere che si vedono
improvvisamente licenziate senza avere nessuna colpa
e che prendono coscienza dello sfruttamento e della
necessità della lotta. Grazie a un loro paziente
molto speciale, che le aiuta a
trasformare la loro vicenda personale in
azione sociale scoprono allora in se stesse la
volontà contro la rassegnazione a subire. L’ex ferroviere
sindacalista della Cgil, Oscar (interpretato da un
convincente Pietro Longhi), è appassionato di
Puccini. E così sulle note della Tosca...
riaffiorano in lui radici di battaglie lontane che
fanno nascere l’idea geniale: occupare la
terrazza di Castel Sant’Angelo per
farla diventare tra le melodie maestose della
lirica e le rivendicazioni
sindacali, la terrazza mediatica per la
rivendicazione della umana dignità e giustizia. Una resurrezione per
Tosca... e forse - avverbio quanto mai
necessario per non anticipare il finale
- per le protagoniste! Anche su MicroMega:
http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/category/maria-mantello/
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