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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Giuditta Tavani
Arquati trucidata dalle guardie del papa re cerimonia
in Via delle Lungaretta, 25 ottobre, ore 16.00 Voleva la libertà: “Se altri
non si moverà, ci moveremo noi; spetta a noi il far
insorgere Trastevere” (Giuditta Tavani nella cronaca
di Felice Cavallotti) martedì 25 ottobre
2016, ore 16.00, Via della Lungaretta 96,
l’assessore alla promozione culturale Luca Bergamo e
la presidente del municipio 1 Sabrina Alfonsi,
parteciperanno alla cerimonia organizzata
dall’Associazione Democratica Giuditta Tavani
Arquati
Straordinaria donna caduta per la libertà di Roma dall’ormai agonizzante regno temporal-secolare del papa-re il 25 ottobre del 1867. Giuditta fu il vessillo di una parte, minoritaria, ma presente, della popolazione romana ansiosa di liberarsi dall’ormai cadaverico regno di Pio IX. Una monarchia assolutista, sanguinaria, feroce con gli ebrei... Gli chassepots d’oltralpe erano riusciti a sconfiggere Garibaldi a Mentana e, il governo del neo regno d’Italia, dopo le sconfitte patite in mare a Lissa e in terra a Custoza, non era nelle condizioni migliori per tentare il colpo grosso di entrare a Roma. Il Veneto era stato appena passato dall‘Austria alla Francia e da questa all’Italia. L’imperatore francese in quel momento era un buon amico dell’Italia ma teneva incollata la mano sul Vaticano. Purtroppo le attese dei Patrioti romani andarono deluse perché la gran parte del popolo non si mosse neppure quando Garibaldi era sotto le mura di Roma. Ma vendettero cara la pelle: come non ricordare il sacrificio dei fratelli Cairoli e quello degli ultimi condannati a morte, Monti e Tognetti per mano del boia pontificio Mastro Titta? Accanto a loro emerse prepotentemente Giuditta Tavani Arquati, erede di una delle poche famiglie romane di orientamento mazziniano e, dunque, repubblicano. Una piazza di Trastevere è a lei dedicata; in via della Lungaretta, al civico 96 c’è la targa che ricorda l’episodio: è casa Ajani, già sede del lanificio omonimo in cui, asserragliata con il marito e altri patrioti, si difese, pure essendo incinta, sparando contro le guardie pontificie che, grazie ad una soffiata, avevano sorpreso i rivoluzionari. Cadde trafitta da un colpo di baionetta mentre, pistola in mano, difendeva strenuamente le sue idee di libertà. La storica Associazione a lei dedicata, ogni 25 ottobre la ricorda. Questa cerimonia, avviata dall’amministrazione guidata dal sindaco Ernesto Nathan, interrotta negli anni del fascismo – in cui addirittura fu calcinata la lapide su espressa richiesta della Santa Sede – ricorda le radici risorgimentali di Roma. La cerimonia è stata reintrodotta dal sindaco Ugo Vetere nel 1881. Negli anni trascorsi dal 25 ottobre 1867 siamo sicuri che i diritti di libertà abbiano compiuto passi decisamente in avanti nel nostro Paese? Siamo convinti che il potere reale del papa-re sia stato definitivamente sconfitto e con esso tutti i gravissimi errori che partono dal 29 febbraio 1929, poi confermati nello sciagurato articolo 7 della Costituzione repubblicana e ribaditi nell’incompiuta revisione del concordato del 1985? Assistiamo con preoccupazione alla continua rincorsa di forze politiche e dei volenterosi media alle tesi dei vari pontefici. Anziché assistere al posizionamento adeguato degli insegnamenti della parte migliore del Risorgimento, fra cui emergono le figure di Tavani Arquati tra Mazzini e Garibaldi, rileviamo che si lavora per inserire la storia nelle nebbie della memoria: restituzione maggiorata con gli interessi del potere del papa-re. Date e celebrazioni come questa del 25 ottobre meritano di essere ricordate. E a Roma è molto importante perché è qui che fin dal 1840 si sono espressi i primi moti rivoluzionari al soffocante totalitarismo pontificio. Tiziana Ficacci
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