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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Marco Parma, scuola
pubblica e laicità prese sul serio
di Paolo Flores D'Arcais*
Marco Parma, preside
dell’Istituto Garofani di Rozzano, non ha affatto
abrogato il Natale, come una (dis)informacija
corriva verso il pensiero unico
Renzi-Alfano-Verdini-Salvini-Berlusconi-Meloni
continua a propalare. Si è limitato a non accogliere
la pretesa di due mamme che volevano utilizzare il
tempo della mensa scolastica per insegnare ai
bambini due canti natalizi religiosi [“Adeste
fideles” esordisce così: “Adeste fideles læti
triumphantes, venite, venite in Bethlehem. Natum
videte Regem angelorum. Venite adoremus (ter)
Dominum”]. E perché mai avrebbe
dovuto accettare? Chi vuole insegnare (e imparare)
canti religiosi, vada in parrocchia, la scuola
pubblica è di tutti e dunque laica. Il professor
Marco Parma ha ragione, ha fatto benissimo, si è
anzi comportato in modo esemplare, se vivessimo in
una democrazia degna del nome (quindi laica per
definizione) il ministro dell’Istruzione avrebbe già
pronunciato un encomio. Mentre ci tocca l’obbrobrio
di un primo ministro clericale che gargarizza un
anatema per il tentativo di “affogare le identità in
un politicamente corretto indistinto e scipito”, lui
che di “politically correct” ha saturo il midollo.
Quale sarebbe l’identità di cui conciona e sbrodola?
L’unica identità che un primo ministro può esibire e
curare è quella repubblicana della Costituzione e
dei suoi valori, tra i quali la religione cristiana
e il suo “adoremus (ter) Dominum” non è contemplata. Un unico appunto al
professor Parma: sembra che in una dichiarazione,
per motivare il suo sacrosanto “non possumus” abbia
invocato il carattere offensivo che il canto di una
religione avrebbe potuto rappresentare per i bambini
di altre religioni. No, caro Parma, questa è una
motivazione inaccettabile, la scuola è laica perché
pubblica, cioè di tutti, non di tutte le religioni
ma di nessuna religione. Tanto è vero che se un
programma scolastico suonasse offensivo per una fede
(accade, in storia, scienza, perfino educazione
fisica, e non solo per l’islam, sia chiaro), tanto
peggio per quella religione, il programma andrebbe
completato lo stesso. *MicroMega.net,
30 novembre 2015
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