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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Prevenzione fanatismo: più scuola
statale, più educazione laica
di Alvaro
Belardinelli
L’orrendo massacro di Parigi del 13 novembre ha confermato la necessità di fermare la corsa dell’umanità verso il baratro. Nel momento stesso in cui scienza e tecnologia permetterebbero pace e libertà per tutti, le contraddizioni del modello di sviluppo neoliberistico alimentano sacche di emarginazione. La quale, mescolata all’ignoranza, è la benzina di cui gli ideologi del terrore si servono per infiammare (asservendole) masse di esclusi e di reietti; ma anche persone comuni, illuse da demagogia, propaganda, dogmatismo. Come i nazisti, così (o persino peggio) i terroristi islamici si alimentano dell’ignoranza altrui, dell’altrui disinformazione, dell’altrui stupidità. La nostra risposta deve essere quella dei valori democratici, liberali ed illuministici dell’Occidente. Le nostre armi devono essere la cultura e la ragionevolezza. Per questo bisogna difendere la Scuola Statale: l’unica pubblica, l’unica laica, l’unica pluralista, l’unica democratica. L’unica il cui fine non sia il lucro o l’indottrinamento; l’unica che miri alla liberazione dei futuri cittadini dalle catene dell’ignoranza, della sottomissione, dell’accettazione passiva ed acritica dei dogmi (religiosi, politici o economici che siano). L’unica istituzione, nonostante tutto, ancora funzionante in Italia secondo criteri democratici, illuministici, liberali. Invece la Legge 107/2015, ipocritamente definita “della buona Scuola” ed imposta dal Governo Renzi alla Scuola italiana (per accontentare le brame di Confindustria, Vaticano, Banche, Commissione Europea, BCE, FMI, mafie), umilia i Docenti facendoli “valutare” da genitori e studenti (che di didattica, per definizione, non s’intendono); li sottopone all’arbitrio di Dirigenti onnipotenti, privati finanziatori, burocrati ministeriali; impedisce loro qualsiasi autonomia intellettuale, professionale ed etica; depaupera progressivamente le scuole facendole finanziare dai privati. La Legge 107/2015 privatizza la Scuola, impedisce la libertà di insegnamento e di apprendimento, blocca la possibilità di educare al pensiero analitico e critico, più che mai importante oggi per impedire pericolose derive dogmatiche, irrazionali, oscurantiste. La Legge 107/2015 va abolita prima di subito, per poi metter mano ad un vero processo di riforma della Scuola Statale italiana, che parta da un aumento esponenziale della percentuale di PIL speso per finanziarla (attualmente tra le più basse del mondo occidentale) e dalla restituzione ai Docenti della loro dignità. Occorre pagare i Docenti delle Scuole con stipendi degni di professionisti dell’istruzione, e farli uscire dal Pubblico Impiego (come i loro colleghi delle Università). Solo se partiremo dalla Scuola con i fatti (anziché con le belle parole del piazzista di turno a Palazzo Chigi), potremo tornare a sperare in un futuro meno buio.
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