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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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La Consulta cancella il
divieto della selezione degli embrioni
Ci sono
voluti 11 anni di lotte e più di trenta sentenze per
seppellire uno dopo l’altro gli assurdi divieti
della fideistica legge 40. Dopo l’apertura anche
alle coppie fertili, ma portatrici di malattie
genetiche e dopo l’ammissione della eterologa, anche
il tabù del divieto di selezionare gli embrioni al
fine di far nasce un bambino sano è seppellito con
la sentenza della Corte Costituzionale 229/2015
depositata l’11
novembre 2015* Dalla sua entrata in vigore nel
2004, e dopo il fallimento del referendum abrogativo
dell'anno successivo per mancanza di affluenza
alle urne, sulla legge 40 sono piovute raffiche di
bocciature dai Tar, dalla Corte Costituzionale e
finanche da Strasburgo, che nel 2012 l’ha attaccata
nella sua interezza. Un succedersi di sentenze
che ne hanno messo in discussione i diversi
pilastri: dall'obbligo d'impianto dei tre embrioni,
perché la donna non è un utero contenitore, a quello
dell’analisi preimpianto, perché il nascituro non
può essere condannato ad una malformazione. Hanno vinto le donne. Ha vinto
il diritto a diventare genitori. Hanno vinto i
bambini che potranno nascere sani grazie alla
fecondazione in vitro. C’è voluto oltre un decennio di
lotte, ma alla fine il principio costituzionale
della laicità dello Stato ha vinto. Adesso ci si aspetta che gli
embrioni in sovrannumero e congelati, e destinati
purtroppo ad essere gettati via, possano essere
impiegati dalla ricerca medica per la cura dei
malati. Maria Mantello
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