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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Divorzio breve
Come era prevedibile la Conferenza
Episcopale, come molte altre forze politiche e
non del paese, si è schierata contro la legge
sul così detto "divorzio breve". Questo
nonostante il testo sia stato attenuato in
parlamento, allungando a un anno il termine
necessario in caso di separazione non
consensuale. Sarebbe un atto che mina l'istituto
della famiglia, questa l'accusa mossa. Si tratta
però di un approccio molto semplicista, che fa
coincidere l'evoluzione di un percorso umano
alla sua definizione e regolazione giuridica:
ma, per fortuna, non è così che vanno le cose.
Se un legame coniugale si rompe, lo fa a
prescindere dai vincoli burocratici che vengono
messi contro la sua rottura. Anzi, più ostacoli
giuridici crei, più il decorso della
separazione, di per sè doloroso, si fa impervio
fino a divenire un calvario, in cui a
guadagnarci sono soprattutto gli avvocati delle
parti in causa. Altrimenti sarebbe come dire che
l'allungarsi dei tempi di attesa per le
prestazioni sanitarie, sia un deterrente
all'ammalarsi. Peggiora solo la vita del malato.
Ci si ammala e ci si separa a prescidere dalla
burocrazia. Se si vuole difendere la stabilità
della famiglia, oggi, sono ben altri i
provvedimenti da prendere e riguardano
innanzitutto la sua sicurezza socio-economica.
La povertà a volte può cementificare un'unione,
ma spesso però ne rende insostenibile la
prosecuzione. Sposarsi, più che una scelta, è
divenuto ormai un azzardo.
Marco Lombardi
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