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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Festa del tricolore a Reggio Emilia con lezione del cardinale? La cittadinanza insorge
Stupisce che nella città di Reggio Emilia, che in virtù della sua tradizione storico-politica dovrebbe distinguersi per senso dell’autonomia degli organi di governo della res publica, proprio nella giornata in cui si celebra l’anniversario del primo tricolore - che ha sempre inteso riaffermare i valori della Costituzione e Repubblicani, si verifichi l’ennesimo scivolone sul cammino dell’affermazione della laicità delle istituzioni locali. È indubbio che questo cammino, soprattutto negli ultimi anni di gestione delle politiche amministrative, è stato accidentato e pieno di asperità e ostacoli; mai però avremmo pensato di arrivare a questo spiacevole punto di caduta.
Al vescovo Massimo Camisasca è stata affidata - su iniziativa del Comitato Primo Tricolore - la lectio magistralis su "L’educazione al Tricolore" che si svolgerà il pomeriggio del 7 gennaio nella referenziatissima Sala del Tricolore del Comune di Reggio Emilia. Scusate se è poco: si parla di un intervento “educativo”, da parte di un’autorità religiosa, intorno a problematiche che attengono la storia delle istituzioni laiche e dei principi fondativi stessi su cui si è costruita la laicità (fino a prova contraria) dello Stato italiano. In una occasione, tra l'altro, sempre dedicata a riaffermare i valori della Costituzione e Repubblicani tra i quali laicità, autodeterminazione, pluralismo, sempre negati dalla gerarchia ecclesiastica.
Dobbiamo forse ricordare che lo Stato italiano é nato contro la volontà della gerarchia ecclesiastica e della Chiesa? E che ogni passo in senso laico e moderno è stato dalle stesse sempre ostacolato?
Dopo le pesanti interferenze nelle azioni di cittadinanza attiva che hanno portato all’istituzione nella nostra città del Registro dei testamenti biologici e in molte altre vicende legate all’affermazione del diritto all’autodeterminazione nella vita e nel fine vita, nella salute, negli orientamenti sessuali e nella maternità. Come nella pesante battaglia della gerarchia ecclesiastica contro una legge per l'autodeterminazione della donna, la 194, approvata anche dal referendum.
Dopo il perdurante silenzio, in un'epoca di pesantissimi sacrifici per tutti, sugli assurdi privilegi goduti nel nostro Paese dalla Chiesa cattolica. Vedi ad esempio la recente delibera della Corte dei Conti sul perverso meccanismo dell'8 per mille che assegna alla stessa più di 1 miliardo, cioè l'82% dei fondi assegnati, con soltanto il 38% delle preferenze dei contribuenti.
E dopo che la dilagante confessionalizzazione dei servizi ai cittadini ha cambiato il volto del welfare pubblico reggiano, ora le influenze curiali si estendono nientemeno che all’educazione storica e civica. Il prossimo passo sarà l’istituzionalizzazione dell’educazione curiale in materia di laicità dello Stato, di autodeterminazione e libertà di scelta, di pluralismo? Stefania Friggeri
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