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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Nozze gay, il Sindaco Marino e la forza dei dirittidi Maria Mantello
La splendida sala della Protomoteca in Campidoglio il 18 ottobre 2014 è stata inondata dalle famiglie arcobaleno in festa. Bimbi sorridenti, papà e mamme premurosi li guardavano con tenerezza. Lacrime di gioia ed empatica emozione legavano le 16 coppie gay ai familiari e agli amici invitati.Ignazio Marino è contento. Sul suo volto la serena soddisfazione di chi nel suo alto ruolo istituzionale di Sindaco della Capitale della Repubblica concretizza il diritto di avere diritti per tutti, rimuovendo - come Costituzione vuole - gli ostacoli al riconoscimento individuale e sociale della dignità nell’appartenenza alla cittadinanza.Quella registrazione delle nozze celebrate all’estero, per quelle 16 coppie romane non è un pezzo di carta qualsiasi, ma il pubblico riconoscimento della loro stabilità affettiva di famiglia, in cui vedono realizzato il diritto di ricerca della felicità, che l’istituzione pubblica ha il dovere di promuovere.Altro che “semplice autografo” quello del Sindaco, come lo ha definito il ministro Alfano, o “atto arbitrario”, come dicono dalla diocesi di Roma e dalla conferenza episcopale lamentando un “affronto istituzionale senza precedenti”.La registrazione di quei matrimoni è l’ufficializzazione della normalità di essere coppia. Ed è questa normalità di coppia omosessuale che infastidisce chi vive nella grettezza dei pregiudizi e fa della discriminazione la misura dei propri ipocriti moralismi perbenisti.Ignazio Marino si è sempre battuto seriamente per i diritti. E alle pressioni e intimidazioni ha tenuto testa, ricordando orgogliosamente e serenamente che «è fondamentale per un Sindaco porsi a difesa a tutela dei diritti di tutti» . «E l’amore -ha sottolineato- è un diritto».Forse Alfano e il prefetto Pecoraro, rappresentante territoriale del Viminale, non si aspettavano la fermezza del Sindaco, che non si è fatto intimorire neppure dalle minacce di cancellazione d’ufficio di quelle registrazioni.Pecoraro ha adesso chiesto formalmente al Sindaco, che sia il Comune ad annullare tutto, però non ha fissato un termine, limitandosi ad un generico “in tempi brevi”.Chissà, forse si devono essere accorti al Viminale che non è poi così illegale prendere atto di un matrimonio già avvenuto, sia pure in un altro paese. Nell’era della globalizzazione, che ci vorrebbero far credere riguardi solo i mercati, forse è proprio quella dei diritti che sta diventando coscienza comune.Le radici illuministe dell’Europa della libertà e giustizia evidentemente sono molto radicate e forti di quanto i nostalgici delle razze maschie e padrone vorrebbero.
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