Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

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Scatti d’anzianità, tutto rientra per la paura delle elezioni?

 

di Maria Mantello

 

 

 

 

 

 

C’erano una volta gli scatti d’anzianità biennali per i prof un incremento stipendiale che non ti arricchiva ma che rappresentava un dignitoso riconoscimento della professionalità docente. 

L’ultimo di questi scatti risale a dicembre del 1995, quando si affacciavano all’orizzonte le prime avvisaglie di privatizzazione della scuola pubblica. Un processo, che nel ventennio berlusconiano è diventato dismissione strutturale... e di cui purtroppo non si intravede inversione di tendenza. 

L’ultimo scatto biennale risale a dicembre del 1995. «Si disse –ricorda il segretario nazionale dell’Unicobas-scuola, Stefano D’Errico- che con quegli aumenti d'anzianità (che invece hanno conservato i docenti universitari, i magistrati ed i militari di carriera) “sarebbero andati avanti tutti, anche i cialtroni”. Però - aggiunge - persino la Svizzera, paese liberista per eccellenza, che non prevede automatismi d'anzianità per nessuno, li conserva soltanto per gli insegnanti (e sono annuali), perché in tutto il mondo si sa bene che ad insegnare si impara soprattutto insegnando».

 

Insomma la buona scuola la fanno i bravi professori, e professori mal pagati, nonostante la passione e la dedizione che continuano a dimostrare per il loro lavoro, alla lunga fanno una cattiva scuola. 

 

E certo il sistema degli scatti in vigore adesso non premia la professionalità docente. Si tratta dei così detti “gradoni”, attualmente così articolati: il primo arriva dopo tre anni, poi ce ne sono altri tre ogni sei anni ed infine gli ultimi due a distanza di sette anni l’uno dall’altro.

Insomma 6 scatti totali in 35 anni, che hanno determinato un regresso notevole degli stipendi. L’erosione economica determinatasi -escludendo aumenti d’imposta e perdite da vacanza contrattuale-  è calcolabile in una perdita dal 1990 ad oggi, che va dai settemila agli ottomila euro l’anno a seconda dei livelli.

 

E certamente non è un investimento nella dignità della professione docente la scriteriata vicenda che proprio sugli scatti avviluppata in questi giorni: congelati dal governo Berlusconi e poi da quello Monti, erogati dopo anni di ritardo, addirittura si sarebbero voluti indietro dall’attuale governo Letta.

 

Una vicenda che ha rotto la corda già tiratissima della sopportazione e pazienza, che pure è dote che non manca agli insegnanti per mestiere che svolgono.

 

Questa beffa è stata l’ulteriore insulto, l’ennesima denigrazione. Un’offesa alla dignità.

 

Adesso tutto sembra essere rientrato.

Alle 10.22 dell’8 gennaio, il presidente Letta twitta: «gli insegnanti non dovranno restituire 150 € percepiti nel 2013 a seguito della contorta vicenda scatti derivanti da norme assunte tra 2010 e 13».

È quanto è stato deciso nel ristretto Consiglio con i ministri dell’Economia, Saccomanni e dell’Istruzione, Carrozza, che subito dichiara: «Sono soddisfatta per gli insegnanti».

Ma che bravi! Ma dove stavano prima? La vittoria è nonostante loro stessi?

Ma di cosa dovrebbero essere soddisfatti i lavoratori?

 

Si prova tanta amarezza, e mentre convulsa continua la danza dello scrollarsi di dosso le responsabilità nel rincorrersi delle accuse tra Mef e Miur, crediamo che molto più abbia potuto la guerra di correnti nel PD, e la paura di Letta di essere scavalcato da Renzi, che sulla vicenda degli scatti aveva detto  in TV: «Non stiamo su "Scherzi a parte"». E ancora, prima ancora che i ministri si apprestassero a recarsi a palazzo Chigi, alle 7.21, lapidario scriveva ancora su twitter: «Il taglio agli insegnanti è assurdo. Il governo rimedi a questa figuraccia, subito».

Viste anche le parole di Alfano sulla faccenda degli scatti: «per il Governo è un modo di farsi male da solo. Entreremo dentro la vicenda e faremo di tutto per impedire che si verifichi», siamo sempre più convinti che alla fine ha potuto più lo spauracchio delle elezioni che la dignità di quell’organo costituzionale che è la scuola dello Stato, della quale i Ministri, ovvero i servitori dello Stato, dovrebbero avere cura come del bene più prezioso. 

 

anche su micromega.net 

 

 


 

Direttore Responsabile: Maria Mantello
Webmaster: Carlo Anibaldi 

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