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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Cancellieri e l’ordine familista di Maria Mantello Il Ministro di grazia e giustizia si stupisce che qualcuno si stupisca del suo intervento umanitario a favore di Giulia Ligresti. Un gesto d’affetto per una famiglia amica da 40anni, che rifarei - ha detto il Ministro - sia per ruolo istituzionale, sia perché sono innanzitutto un essere umano. Già umano, troppo umano in un mondo dove il tornaconto particolare è sempre più spesso confuso con l’interesse collettivo; dove nel troppo umanamente umano il particolare personale di chi comanda è scambiato per interesse di Stato. Una confusione pericolosa, in pericolosi giochi di ruolo, di cui adesso è chiamata a dar conto la signora Cancellieri: la super tecnica dell’amministrazione, che dalla carriera prefettizia è stata cooptata negli scranni ministeriali: dagli interni alla giustizia... nella continuità della sinfonia montiano-lettiana. La mamma-matrona che piace a tanti a destra e a manca, dovrà svelarci quanto di umano troppo umano c’è in quei suoi “potete contare su di me” promessi via telefono il 17 luglio alla famiglia Ligresti e conditi da tanti “non è giusto”. La sua sarà pure forse - come il Ministro afferma - normale attenzione istituzionale a favore di una ragazza, Maria Giulia Ligresti che nella prigione di Vercelli aveva perso 6 chili (sarebbe potuta anche morire, alza il tiro la ministra!). Lo faccio con tutti quelli che mi scrivono, che mi espongono un loro disagio. Come ministro intervengo e segnalo il loro caso agli uffici giudiziari. Giura la Cancellieri. Insomma prassi normale, che però stride con i tanti carcerati che dal carcere escono spesso solo in orizzontale: suicidi nemmeno troppo ricordati e che magari in galera ci sono finiti perché il loro problema era solo di estrema povertà, quindi una questione non d’ordine ma di giustizia sociale. Una situazione drammatica, che stride con il quadretto da ministra-posta-del-cuore con cui la Cancellieri cerca adesso di giustificare la sua attenzione verso una ben-nata di famiglia amica. I Ligresti, amici da quarant’anni della famiglia Cancellieri-Peluso, il cui figlio Piergiorgio Peluso è stato anche dirigente del gruppo Fondiaria- Sai. La signora Cancellieri deve chiarimenti al Paese. Chiarimenti, a cominciare da quella
strana telefonata particolare che ha fatto motu proprio
in casa di Salvatore Ligresti il 17 luglio 2013, lo stesso
giorno -ricordiamolo - in cui venivano spiccati i
mandati di cattura per il patron del gruppo (da subito ai
domiciliari perché ottuagenario) e i suoi figli:
Maria Giulia, Jonella e Paolo Gioacchino (non verrà
arrestato, da qualche giorno ha ottenuto una provvidenziale
cittadinanza svizzera).
Era il 17 luglio e la signora
Cancellieri, compone il fatidico numero da un fisso del suo
Ministero. Le risponde la compagna del padrone di casa, a
cui la ministra esprime dispiacere per l’accaduto e sente il
bisogno, lei Ministro di Giustizia, di considerare ingiusto
quanto accaduto al “povero figlio”. Si riferisce
probabilmente don Salvatore, che vuole rassicurare col
suo mettersi a disposizione. Una inquietante risorsa personale in quei
“potete contare su di me” e in quei reiterati “non è
giusto”, “non è giusto” che è ben più di una solidarietà
amicale. Suona infatti come vassallaggio al all’ancora
potente imprenditore-finanziatore-assicuratore. Successivo -sollecitata dalla famiglia Ligresti- sarà l’interessamento dell’amica Ministro a favore di Giulia che comunque sarà scarcerata il 28 agosto 2013 per motivi di salute e posta per questo ai domiciliari, terminati il 19 settembre avendo patteggiato la pena. Poco più di un mese di carcere dunque. E tutto secondo prassi giudiziaria, stando alle dichiarazioni del giudice Caselli: «La decisione del gip di concedere gli arresti domiciliari a Giulia Ligresti è stata presa esclusivamente sulla base di fatti concreti e provati: le condizioni di salute, che rendevano pericolosa la permanenza in carcere, e il fatto che già il 2 agosto, quindi ben prima delle telefonate in questione, c'era stata una richiesta di patteggiamento accettata dalla procura». E sempre Caselli precisa che la Cancellieri «Sì, ha telefonato per avvisarci che Giulia avrebbe potuto suicidarsi, ma non ho riferito a nessuno della telefonata perché, guarda caso, era un caso che stavamo già valutando». Insomma, chiarisce: «l’interessamento della ministro non ha influito sulle decisioni che si stavano già prendendo nei riguardi della Ligresti». Quindi se la scarcerazione è avvenuta
indipendentemente dalle segnalazioni umanitarie dell’amica
Ministro, la questione che ancora è tutta da chiarire sta
forse proprio anche nelle pieghe di quella telefonata del 17
luglio in casa Ligresti ad iniziativa della Cancellieri. Sulle ragioni non dette, perché forse
note a chi dialogava, che spiegherebbero quel mettersi a
disposizione che nessuno le aveva chiesto. La questione morale è oggi il problema
centrale di questo Paese. Le reti familiste di corruzione e
corruttele che tengono in sella cricche e caste sono la
ragione profonda della crisi economica, fatta di sperperi e
favoritismi, che rievocano strutture vassallatiche feudali
con i loro ordini chiusi dai quali vengono scientemente
esclusi da libertà e diritti chi è al di fuori trame di
potere. Allora per fugare ogni sospetto,
anche la Cancellieri dovrà chiarire agli italiani se davvero
come dice, le sue sollecitazioni pro Ligresti, siano davvero
disinteressate, o non celino piuttosto uno scambio di favori
per cui forse passa (ma è un sospetto forse infondato) anche
l’anno di dirigenza alla Fondiaria-Sai del suo rampollo
Piergiorgio Peluso, che oltre allo stratosferico stipendio
da manager, ha anche incassato una liquidazione milionaria
di 3.6 milioni di euro. Povero figlio! Deve aver lavorato per
centomila! Ma come dice mamma è bravissimo, tanto
che tutti se lo contendono, da Unicredit a Telecom!
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