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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Amnistia e
indulto, perché no
Amnistia
e indulto sono provvedimenti sbagliati: perché usano i
poveri cristi reclusi come scudi umani per risolvere i
problemi giudiziari di Silvio Berlusconi e altri (non pochi)
politici; ma anche perché non servono neppure a risolvere i
problemi dei poveri cristi, costretti a subire una
carcerazione incivile giustamente condannata dall’Europa.
1. Sono provvedimenti pro Silvio. Hanno un bel dire che non
lo riguarderanno o addirittura escluderanno i reati di
Berlusconi: per votare amnistia e indulto in Parlamento è
necessaria la maggioranza dei due terzi, dunque il
centrodestra ricatterà il centrosinistra (come ha già fatto
nel 2006) per elevare le soglie d’intervento fino a produrre
provvedimenti su misura per i loro condannati e indagati
eccellenti.
2. Sono provvedimenti
eccezionali che uno Stato dovrebbe utilizzare soltanto in
condizioni eccezionali, per risolvere situazioni altrimenti
irrisolvibili. In Italia invece il provvedimento
straordinario (l’amnistia, l’indulto, la sanatoria, il
condono…) è diventato l’espediente che si estrae di tanto in
tanto dal cilindro per non affrontare una volta per tutte i
problemi strutturali. Ogni tanto si svuotano le carceri
(magari quando serve per salvare qualche politico o qualche
banchiere) e pochi mesi dopo tutto torna come prima (con
l’indulto del 2006 la popolazione carceraria era scesa sotto
le 40 mila persone, ma nel 2008 era già tornata sopra le 60
mila).
3. Ci sono troppi detenuti in Italia? No. Ci sono 112,6
detenuti ogni 100 mila abitanti, meno della media europea
(127,7). In Spagna e in Gran Bretagna ci sono molti più
detenuti che in Italia (non consideriamo neppure il caso
degli Stati Uniti, che hanno 2,3 milioni di detenuti, 761
persone ristrette ogni 100 mila abitanti). In Italia abbiamo
però meno posti in carcere: soltanto 45.700, mentre la
popolazione carceraria è stabilmente da anni di 65 mila
detenuti. Questa è una situazione strutturale, che può
essere risolta soltanto con due provvedimenti strutturali:
costruire nuove carceri (magari comprando qualche aereo da
guerra in meno) e depenalizzare alcuni reati.
4. Negli ultimi anni sono
state varate leggi affolla-carceri: la ex Cirielli sulla
recidiva; la Bossi-Fini sull'immigrazione clandestina; la
Fini-Giovanardi sulla droga. Solo quest’ultima “produce” un
terzo della popolazione carceraria (26 mila su 65 mila).
Inutile imporre ogni tanto leggi svuota-carceri se non si
interviene prima sulle leggi affolla-carceri.
Gianni Barbacetto
(il Fatto quotidiano 14 ott. 2013)
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