Finanziamento ai partiti, arriva il trucco del 2x1000
Non è vero che il disegno di
legge del governo, ammesso che passi in Parlamento, “mette i
partiti a dieta”. Ecco gli otto inganni:
1 – Le contribuzioni private ammesse alla
detrazione d’imposta non hanno un tetto né
per chi dona né per chi riceve, come è regola in tutto il mondo
civile;
2 – Il 2 per 1000 è una truffa
ai cittadini come l’8 per mille alle chiese. Viene prelevato non
solo da chi sottoscrive ma da tutti i contribuenti. Gli italiani
tutti seguiteremo a pagare per tutti i partiti;
3 – Il meccanismo del 2 per 1000
è stato già applicato (4 per 1000) negli anni Novanta ed è stato
un fallimento: il Ministero delle Finanze non lo ha mai
calcolato, mentre i partiti hanno incassato spropositati
anticipi, come faranno ora se il provvedimento andrà in porto;
4 – Non sono toccati i contributi
ai gruppi parlamentari (circa 75 milioni l’anno e ai gruppi
consiliari regionali (altri 70 milioni);
5 – Non sono disciplinati i
contributi che oggi vanno alle oltre 80 fondazioni parapolitiche
(correnti e gruppetti intorno a una sola persona) che
complessivamente incassano almeno 5 volte gli attuali contributi
dello Stato (forse 500 milioni di euro);
6 – Non sono toccati tutti gli altri benefits di
cui godono attualmente i partiti come i contributi per la stampa
e le agevolazioni per l’Imu;
7 – Il nuovo finanziamento resta
indirizzato agli organismi centrali dei partiti (tesoriere
nazionale) invece di essere distribuito sul territorio; con il
denaro pubblico si rafforza ancor più quel potere oligarchico
nei partiti che ha consentito ovunque la formazione di tesori e
tesoretti;
8 – È ridicolo che le nuove
norme entrino in vigore tra quattro anni, vale a dire in un
tempo in cui nessuno sa che cosa accadrà in Parlamento.
Massimo Teodori (autore
di Soldi & partiti, Quanto
costa la democrazia in Italia? Ponte
alle Grazie)
Roma, 23 maggio 2013