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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Grillo anticasta, ma sulla strada del seggio si perde il VaticanoE dall’Osservatore Romano arriva il “placet”
«Dobbiamo fare una cosa col Vaticano: parlare con Sarkozy o con chi verrà dopo di lui. Gli diciamo “Voi avete cinquecentodieci miliardi del nostro debito, facciamo un pari: eliminano il debito e noi gli diamo il Vaticano”. Ad Avignone i papi sono stati trecento anni e ci sono stati tanto bene, ecco, secondo me possono tornarci». Parole di fuoco, pronunciate da un Beppe Grillo in assetto di guerra da campagna elettorale, il 27 aprile 2012 a Veggiano, presso Padova. Nel suo blog il 28 dicembre 2012 Grillo scrive nell’articolo Il Vaticano e l’uomo della Provvidenza: «Cavour usò la frase ‘Libera Chiesa in libero Stato’ per affermare il principio della divisione tra il potere spirituale della Chiesa da quello temporale, rappresentato dai Savoia. Non aveva previsto Mussolini, il Vaticano, Bagnasco, Bertone e Rigor Montis. Forse è il caso di rivedere i Patti Lateranensi». «Sono passati 83 anni - aggiungeva nello stesso articolo il leader del Movimento 5 Stelle - e Rigor Montis, un altro uomo della Provvidenza, gesuita di educazione, cattolico praticante, che ha seguito durante il suo governo la massima di togliere ai poveri per dare ai ricchi, si è manifestato. È salito tra noi. Porta in dono l'IMU e le scuole private al Vaticano al posto di oro, mirra e argento. L'Osservatore Romano ha così spiegato l'entusiasmo del Vaticano:“Salire in politica è in sintesi l'espressione di un appello a recuperare il senso più alto e nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune”». Un attacco durissimo, inequivocabile, senza mezzi termini.
Eppure è proprio l’Osservatore Romano, il 23 febbraio 2013 (giorno precedente il voto), a definire il Movimento 5 Stelle: «un fenomeno trasversale che con ancora troppa superficialità viene liquidato come espressione di antipolitica, di populismo o di demagogia, appellativi che, se possono ben adattarsi ad alcuni slogan lanciati durante i comizi, non rappresentano adeguatamente un elettorato che persegue anzitutto un rapporto diretto con i suoi rappresentanti, in un momento in cui, nonostante tutti i segnali che arrivano dalla società civile, la politica tradizionale è avvertita, spesso non a torto, desolatamente autoreferenziale». Un caso commovente di perdono cristiano? Un toccante esempio di come il Vaticano sa coerentemente porgere l’altra guancia? Una prova di straordinaria obiettività che non tiene conto degli attacchi ricevuti? Un giro di valzer con il probabile vincitore dell’indomani? Chi può dirlo? Sta di fatto che, negli ultimi due mesi il Vaticano non è più stato oggetto delle critiche del comico genovese. Probabilmente si tratta di un caso, non di calcolo politico all’ingresso nella stanza dei bottoni del Paese. Lo speriamo tutti vivamente. Spes ultima dea, si consolavano i padri latini. E noi, speranzosi, non ci stancheremo di vigilare sulla coerenza tra fatti e parole. Alvaro Belardinelli - 3 marzo 2013Alvaro Belardinelli - 3 marzo 2013
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