E la Chiesa sull'Ici-Imu
continuerà a farla franca...
Va in scena la grande beffa
dell'Imu dovuta dalla Chiesa.
Mentre milioni di italiani si
preparano a versare la seconda e
la terza rata della nuova Ici
che porterà quest'anno nelle
casse dello stato una ventina di
miliardi, è letteralmente
sparito dai radar parlamentari
il regolamento con cui il
governo avrebbe dovuto
finalmente mettere nero su
bianco le nuove modalità di
pagamento dell'imposta sugli
immobili per enti religiosi,
fondazioni, partiti e in alcuni
casi anche sindacati.
Eppure a fine febbraio scorso,
dopo molte polemiche nella
maggioranza dell'esecutivo
Monti, sembrava risolta l'annosa
questione dell'esenzione Ici per
mense, parrocchie e affini.
«La Chiesa pagherà finalmente l'Imu»,
dichiaravano trionfanti i
giornali. In effetti, la
Commissione Industria del Senato
aveva approvato un emendamento
al decreto Cresci-Italia che
eliminava l'esenzione
dell'Imposta municipale unica
alla Chiesa Cattolica e a tutti
gli enti commerciali, tra i
quali associazioni, fondazioni e
partiti, prospettando nuovi
introiti annuali per le casse
erariali tra 100 milioni e 2
miliardi.
La norma, che modifica la
vecchia legge del 1992, prevede
che siano sottoposti a
tassazione tutti gli immobili
all'interno dei quali si
svolgano attività commerciali;
in particolare si fissa
l'esenzione per gli immobili nei
quali si svolga «un'attività
esclusivamente non commerciale»,
mentre per quegli immobili dove
l'attività commerciale non sia
esclusiva, ma comunque
prevalente, sono state abrogate
tutte le norme che volevano
l'esenzione dal pagamento dell'Imu.
Ma la legge approvata dal
Parlamento nell'inverno scorso
non è immediatamente
utilizzabile, manca un passaggio
fondamentale. «Le rendite
catastali dichiarate o
attribuite in base al periodo
precedente producono effetto
fiscale a partire dal 1° gennaio
2013», si legge al comma 2
dell'articolo 91 bis del
Cresci-Italia che fissa appunto
le modalità di pagamento, «nel
caso in cui non sia possibile
procedere ai sensi del
precedente comma 2, a partire
dal 1° gennaio 2013, l'esenzione
si applica in proporzione
all'utilizzazione non
commerciale dell'immobile quale
risulta da apposita
dichiarazione.
Con successivo decreto del
ministro dell'Economia entro
sessanta giorni dalla data di
entrata in vigore della legge di
conversione del presente
decreto, sono stabilite le
modalità e le procedure relative
alla predetta dichiarazione e
gli elementi rilevanti ai fini
dell'individuazione del rapporto
proporzionale».
In altri termini, manca proprio
l'atto amministrativo del Tesoro
che stabilisca effettivamente
quando l'attività «dichiarata»
non profit di chiese, partiti e
fondazioni è da considerarsi
esclusivamente non commerciale e
quanto debba essere versato al
Fisco. Non un dettaglio
secondario: senza il decreto del
ministro Grilli la nuova Ici è
una pistola caricata a salve, o
meglio, a salmi.
Finanzainchiaro.it,
Milanofinanza.it
6 settembre 2012
Correlato:
ICI - IMU & CHIESA
lavoce, Staderini, Mantello
Libero Pensiero, n° 59, marzo
2012