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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Spending review: revisione dell'8 x mille. Lo prevede la legge Lettera aperta di Staderini a Monti
Signor Presidente, il Governo sta svolgendo una revisione della spesa pubblica per recuperare fondi utili alla riduzione del debito pubblico e alle riforme. Voglio per questo porre alla Sua attenzione la vicenda dell’otto per mille, ovvero la quota dell’Irpef degli italiani che ogni anno viene sottratta al bilancio statale per essere ripartita tra sette soggetti, di cui sei confessioni religiose. Come per i partiti, sono convinto che anche per le Chiese sia preferibile un sistema che anziché fondarsi sul finanziamento pubblico si basi sulle sottoscrizioni dirette dei fedeli senza oneri per lo Stato. Non mi rivolgo a Lei, però, perché cancelli il sistema dell’8 per mille o ne muti i meccanismi illiberali che costringono la maggioranza dei contribuenti che non esprime una scelta a finanziare comunque le confessioni religiose. Le chiedo semplicemente di far rispettare la legge vigente (la n. 222/85), il cui articolo 49 prevede la riduzione dell’aliquota qualora il gettito dell’8 per mille si modifichi nel tempo ed ecceda dalla soddisfazione delle finalità previste. Ebbene, il gettito dell’8 per mille è cresciuto esponenzialmente nel tempo, arrivando alla cifra abnorme di 1,1 miliardi di euro l’anno. La Conferenza episcopale italiana, che nel 1990 incassava 210 milioni di euro, a partire dal 2002 riceve oltre 1 miliardo di euro. In pratica, il gettito dell’otto per mille si è quintuplicato, mentre nello stesso periodo le spese per il sostentamento del clero (la principale destinazione cui la legge vincola l’uso dei fondi) sono poco più che raddoppiate (dai 145 milioni di euro del 1990 ai 363 milioni del 2012). Peraltro, per i prossimi anni è prevedibile un ulteriore aumento del valore dell’otto per mille in virtù della crescita del gettito complessivo Irpef dovuto alla maggiore pressione fiscale e alla lotta all’evasione. Dal 1990 ad oggi la CEI, da sola, ha incassato 17 miliardi di euro (2 miliardi dei quali sono stati investiti per la costruzione di nuove chiese). Le attuali cifre sono talmente alte che la stessa CEI nell’ultimo anno ha accantonato come fondo di riserva ben 55 milioni di euro. Secondo la legge vigente, dunque, l’aliquota deve essere ridotta. La procedura prevista affida la prima valutazione a una Commissione bilaterale istituita presso la Presidenza del Consiglio, le cui relazioni sono scandalosamente sottratte a qualsiasi forma di conoscenza. È di tutta evidenza, però, che la crescita dell’otto per mille sia incompatibile con l’attuale situazione economica del Paese, oltre che con le norme. Per questo motivo Le chiedo di avviare direttamente la procedura prevista dalla legge, formalizzando la richiesta alla CEI al fine di procedere di comune accordo a una immediata riduzione dell’aliquota, ad esempio passando dall’otto al quattro per mille. Si tratterebbe per lo Stato di un risparmio annuo di almeno 500 milioni di euro. Sono convinto che tale richiesta, che ha il pregio di rimanere all’interno degli accordi già esistenti con la Santa Sede, non potrebbe che ricevere attenzione da parte dei rappresentanti di istituzioni che si richiamano all’insegnamento cristiano della povertà. Con osservanza Mario Staderini (Segretario di Radicali Italiani) 24 luglio 2012 articolo correlato:
Basta privilegi
aboliamo il concordato:
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