Campionato
di calcio in Polonia. Un omaggio
alla sindrome popolar-machista.
Protesta delle femministe
Lo scorso 8 giugno è stato dato il
calcio di inizio del Campionato
europeo di Calcio. In Polonia è
stata l’occasione per una grande
festa, una festa patriottica. Il
giorno dell’apertura, ai piedi
dell’edificio emblematico di
Varsavia, il Palazzo della Cultura e
della Scienza, si è levato il virile
canto dei supporters : “Polska,
bialoczerwon!” (Polonia , i
bianco-rossi !). Questa è la “Fan
Zone” destinata ai 100.000 tifosi
che non possono entrare nello stadio
nazionale che ne può ospitare solo
la metà.
Non è il caso di cercare la parità
delle quote in questa marea di
uomini vestiti di bianco e di rosso,
i colori nazionali della Polonia, le
donne erano rappresentate in numero
marginale. Si sente anche: “Forza,
Polacchi alla lotta!” . Si potrebbe
credere che la Polonia sia alla
vigilia di una guerra. «Noi donne
dobbiamo essere al vostro fianco»,
dice con convinzione una polacca. Le
domando perché: «Perché è uno sfogo
e abbiamo bisogno di sfogarci». È
cosa vecchia come il mondo: giochi
per calmare il popolo. Panem et
circenses, pane e giochi.
L’Europa si sta tuffando in una
profonda crisi economica, sociale e
politica, ma qui si fa festa. Per
organizzare il campionato la Polonia
ha prelevato dalla tasca dei
contribuenti la gigantesca somma di
96 miliardi di zlotys (più di 22
miliardi di Euro).
Quello che è costato di più è stato
lo stadio di Varsavia, quasi 2
miliardi di zlotys (più di 400
milioni di Euro): ogni fila di 13
posti costa quanto il prezzo di un
appartamento di due stanze. Il costo
dello stadio di Poznam avrebbe
potuto finanziare la creazione di
6.000 posti negli asili nido
pubblici ogni anno per i prossimi
dieci anni.
Diminuzione delle spese dello Stato
per i bisogni elementari della
Polonia.
Le spese straordinarie per il
Campionato europeo 2012 non saranno
compensate dai turisti o dagli
investimenti esteri. Per organizzare
questa manifestazione sportiva sono
dunque stati spesi miliardi di
zlotys, ma le spese per i bisogni
sociali sono state ridotte. Sono
state chiuse scuole materne e
ospedali e sono stati alzati i costi
degli affitti degli alloggi sociali.
In aumento anche i prezzi degli
alimenti, di gas, elettricità,
carburanti, acqua e medicine.
Mancano i fondi per la lotta contro
la crescente disoccupazione.
La drammatica mancanza di alloggi a
prezzi accessibili, combinata con la
crescita della disoccupazione e con
la crescente depauperizzazione della
popolazione, provoca sfratti di
massa, compresi quelli di donne e
bambini, disabili e pensionati.
Questa situazione colpisce prima di
tutto le donne. Sono loro le prime a
subire licenziamenti e diminuzione
dei salari, precariato e
disoccupazione a lungo termine.
Nel frattempo il “Campionato europeo
2012”, finanziato con i denari
pubblici, genera profitti per gli
organizzatori. L’UEFA, che grazie al
Campionato guadagnerà somme enormi,
ma non pagherà un soldo di imposte
alle finanze polacche! Malgorzata
Brzoza, portavoce del ministero
delle Finanze ha confermato che
l’UEFA ha preteso l’esonero
dall’IVA, accise, dogana e tasse
locali sul suo profitto, stimato a
2,5 miliardi di Euro.
Lo scorso 10 giugno circa 500
persone, tra cui alcune femministe,
hanno manifestato a Poznam al grido:
“Pane al posto dei giochi”.
Le città polacche e ucraine:
giganteschi bordelli durante il
Campionato Europeo
Ma questo “divertimento dei maschi”,
secondo il termine della femminista
polacca Kazimiera Szczka, non si
ferma allo stadio. Varsavia e le
altre città che ospitano le partite
dei Campionati hanno visto
l’affluenza di prostitute
provenienti da tutta la Polonia e
dai paesi vicini. Le città polacche
sono diventate non le capitali dello
sport, ma giganteschi bordelli.
Le femministe ucraine non sono
restate a guardare. Dopo una serie
di manifestazioni ben riuscite
contro il Campionato organizzate in
Ucraina sono venute a Varsavia per
protestare contro la tratta degli
esseri umani e la prostituzione.
Nina Sankari