Il
Ministro Profumo invita a celebrare
nelle scuole la giornata mondiale
contro l’omofobia
Per la prima volta il Ministero
dell'Istruzione ha scritto alle
scuole della Repubblica per
invitarle a celebrare la giornata
mondiale contro l'omofobia,
istituita nel 2007 e che si celebra
ogni anno il 17 maggio.
Una bellissima iniziativa, la prima
del genere, che fa sentire davvero
un bel profumo di civiltà. Perché
sottolinea il ruolo dell’educazione
pubblica nella lotta ai pregiudizi
ed impegna l’istituzione scuola,
come è specificato nell’art.3 della
Costituzione, a rimuovere gli
ostacoli che impediscono il pieno
sviluppo della persona umana.
Istituita dall’Unione Europea nel
2007 per lottare contro ogni
violenza fisica, morale o simbolica
legata all'orientamento sessuale o
all'identità di genere e per
sconfiggere la mentalità che tutto
questo alimenta, questa giornata la
si celebra in tutto il mondo il 17
maggio. A memoria di quel 17 maggio
del 1990, quando l'Organizzazione
Mondiale della Sanità cancellava
l'omosessualità dalla lista delle
malattie mentali, facendo finalmente
proprio quanto già da vent’anni
sosteneva l’Organizzazione degli
Psichiatri Americani (Apa):
considerare l’omosessualità un
disturbo della personalità da curare
era la vera follia, perché questa
condizione specifica era da
considerare semplicemente “una
caratteristica della personalità”,
una “variante naturale del
comportamento umano”.
Un giorno fondamentale quel 17
maggio del 1990 per l’affermazione
della dignità delle persone gay.
Una svolta storica che spazzava via
un odioso pregiudizio a cui si era
data la patente di scientificità.
Come del resto è capitato più volte
nella storia. Si pensi ad esempio
alle teorie di Juan Ginés de
Sepulveda che giustificava lo
sterminio e la riduzione in
schiavitù degli indios d’America
perché si sarebbe trattato di
“uomini non compiuti” (homunculi)
per il fatto che non corrispondevano
al modello occidental-cristiano. Ed
erano le stesse argomentazioni che
venivano usate negli ambienti
gesuiti arrivando a sostenere che
gli ebrei fossero diversi “per
sanguinem”. Tesi riprese e
perfezionate in seguito dalle leggi
razziali fasciste e naziste, il cui
approdo ha un nome: Auschwitz.
Pregiudizi razziali, che comunque si
camuffino, hanno sempre come scopo
quello della sopraffazione e dello
sfruttamento da parte di chi porta
la guerra all’umanità in nome di una
sua supposta idea di umanità fatta
di dominanti e di dominati. Siano
questi ultimi donne, neri,
omosessuali, e quant’altro ancora, è
sempre la stessa guerra alla
diversità, al pluralismo, alla
democrazia.
Bene allora ha fatto il ministro
Profumo ad invitare alla riflessione
in ogni scuola sul valore della
Giornata internazionale contro
l’omofobia che – si legge nella
circolare
(http://www.istruzione.it/web/istruzione/prot7974_12)
- «rispecchia i principi costitutivi
sia dell’Unione Europea sia della
Costituzione italiana: il rispetto
dei diritti umani e delle libertà
fondamentali, l’uguaglianza fra
tutti i cittadini e la non
discriminazione. Sono le condizioni
che consentono alla società di
promuovere l’inclusione di tutti e
di ciascuno e di battersi contro
ogni offesa alle persone. […] Le
scuole, nello svolgere tale prezioso
lavoro educativo ogni giorno,
contrastano ogni forma di
discriminazione, compresa
l’omofobia.»
Maria Mantello