ICI-IMU: il Vaticano continuerà a non pagare
Mario Monti, intervenendo presso la
Commissione industria al Senato, dove si stava esaminando il decreto
legge sulle liberalizzazioni ha lanciato un bel salvagente alla
Chiesa per continuare a non farle pagare l’Ici (Imu). Al momento
riguarda le scuole cattoliche, che come ha precisato il Presidente
del Consiglio «svolgono attività secondo modalità concretamente e
effettivamente non commerciali». Ovvero che abbiamo un bilancio
«tale da preservare in modo chiaro la modalità non lucrativa».
Ma poiché è noto che più di qualche guadagno la Vaticano Spa anche
con queste scuole lo fa, ecco che il salvagente governativo diventa
uno stabile galleggiante: «Eventuali avanzi non devono rappresentare
profitto ma un sostegno destinato alla gestione delle attività
didattiche». Insomma la scuola cattolica reinveste nella sua scuola,
più ricca che pria, anche per l’accumulo del tesoretto di non Ici
pagata.
Ma il galleggiante trova terra e mette radici su cui edificare la
strutturale e “legittima” esenzione Ici. Perché, come Monti ha
chiarito «non si tratta di circoscrivere a uno specifico settore,
quale quello scolastico, ma l’iniziativa serve a consolidare una
giurisprudenza e una prassi».
Allora, non bisognerà disperare che anche alberghi per i
“pellegrini”, case editrici, librerie, agenzie turistiche, centri di
assistenza sanitaria, compagnie di assicurazione saranno ancora
dispensati dall’Ici.
Fatta la legge scoperto l’inganno? No. Trovato l’inganno fatta la
legge. Berlusconi aprì i giri di valzer nel 2005 estendendo
l’esenzione prevista da sempre per i luoghi di culto «anche nei casi
di immobili utilizzati per le attività di assistenza e beneficenza,
istruzione, educazione e cultura …. pur svolte in forma commerciale
se connesse a finalità di religione o di culto».
Prodi nel 2007 la mantenne con la formula del «non esclusivamente
commerciali». Tanto che bastava una cappella annessa per poterla
fare franca. Monti adesso sembra chiudere il cerchio nella
consolidata prassi dei santissimi giochi delle parti. Alla faccia
della giustizia e dell’equità, visto che tutti gli altri l’Ici la
pagano anche sulla casa certamente no profit dove abitano.