Una delle frasi più azzeccate degli ultimi tempi l'ha detta Mario Monti, qualche giorno fa a Reggio Emilia: "alcuni italiani mettono le mani nelle tasche di altri italiani: sono gli evasori rispetto ai contribuenti". Considerato che le tasse evase nel 2011 potrebbero toccare i 120 miliardi di Euro - secondo la stima dichiarata dal Direttore dell'Agenzia delle Entrate a Radio 24- , pari a circa il 20% del gettito fiscale riscosso dallo Stato nell'anno 2009, l'osservazione non fa una piega. Chi evade infatti non contribuisce economicamente ai servizi pubblici goduti dalla collettività e, quindi, li ruba di fatto a chi ne paga regolarmente il prezzo in termini di imposte e tasse. Dopo anni di slogan poco credibili, del tipo "anche i ricchi piangano" o "pagare le tasse è bello", nonché di barzellette che scagionano il povero tartassato che sceglie di non pagare, finalmente un'affermazione chiara e, pertanto, in Italia assolutamente originale. Ci voleva un governo tecnico per partorirla, senza cioè timori di contraccolpo elettorale. Questo spiegherebbe molto dell'anomalia italiana, dove giustizia e consenso sociale viaggiano su binari paralleli e, spesso, con opposti sensi di marcia.

Marco Lombardi