E la Cei
rilancia il suo programma: i valori non negoziabili
Nei sacri palazzi non si aspettavano che la crisi politica
sarebbe precipitata così in fretta e che Berlusconi sarebbe
stato costretto alle dimissioni in tempi così ravvicinati.
L’accelerazione improvvisa potrebbe mandare a gambe all’aria
quel progetto di riaggregazione dei cattolici avviato da alcune
associazioni insieme al cardinal Bagnasco a Todi lo scorso 17
ottobre su cui le gerarchie ecclesiastiche stanno puntando
decisamente. Nel caso di elezioni a breve, poi, si potrebbe
affermare un centro-sinistra temutissimo dai vescovi,
soprattutto se allargato anche a Vendola e alla
Federazione della sinistra di Diliberto e Ferrero.
A dimostrazione della consistenza di tali preoccupazioni,
sebbene in questi giorni le gerarchie siano complessivamente
silenti, su due argomenti insistono i vescovi e il Vaticano: il
sostegno a Mario Monti che, se l’operazione sarà coronata da
successo, ritarderebbe le elezioni; e il martellamento sui
«valori non negoziabili» – la vita «dal concepimento alla morte
naturale», famiglia fondata sul matrimonio e sostegno alla
scuola cattolica – utilizzati come paletti invalicabili, o come
clava, per scongiurare qualsiasi ipotesi di centro-sinistra che
guardi più a sinistra che al centro.
«Una certa cultura radicale insiste sull’autonomia della
politica dai valori etici oggettivi» e «non negoziabili», ha
detto ieri Bagnasco intervenendo al 25mo anniversario della
Pontificia università della Santa Croce (dell’Opus Dei). In
politica la mediazione è «importante», ma «non su tutto ci può
essere mediazione» per non distruggere alcuni «valori
costitutivi e quindi irrinunciabili». Per un cattolico la fede
deve «ispirare ogni ambito e azione, privato o pubblico che
sia», quindi chiedere «che i cristiani che hanno responsabilità
pubbliche sospendano la loro coscienza è impossibile e
ingiusto».
Di «valori non negoziabili» si parlerà in maniera particolare
venerdì e sabato prossimo a Roma, al centro congressi di Tv2000,
l’emittente dei vescovi, in occasione del convegno nazionale di
Scienza & Vita, l’associazione creata dalla Cei per contrastare
il referendum che chiedeva l’abrogazione della legge 40 sulla
fecondazione assistita e in prima linea in tutte le battaglie
sui cosiddetti «temi eticamente sensibili»: apertura di Bagnasco
e tavola rotonda con Alfano, Casini, Maroni e Bersani. Tutti a
«lezione» dal cardinale.
A poche centinaia di metri, alla Domus Pacis –
storica struttura dell’Azione cattolica –, e quasi negli stessi
giorni (il 19 e il 20 novembre), ci sarà un’assemblea di
tutt’altro segno. Una serie di associazioni che si riconoscono
nella tradizione del cattolicesimo democratico (dai Cristiano
sociali di Mimmo Lucà a Città dell’uomo fondata
negli anni ’80 dall’antifascista Lazzati, dalla
Rosa Bianca ispirata ai giovani studenti tedeschi oppositori di
Hitler ad Agire politicamente) si incontreranno per dare vita
non ad un partito né una “corrente”, ma ad una «rete» anche per
intervenire nella politica, con due stelle polari: non i «valori
non negoziabili» dettati dalla gerarchie ecclesiastiche, ma «la
Costituzione repubblicana del 1948 e il Concilio Vaticano II».
Segno di un mondo cattolico variegato e non interamente
irreggimentato dalla Cei.
Luca Kocci (il manifesto, 13
novembre 2011)
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di Maria Mantello