Elettrodomestici e cooperative rosso
porpora
Da qualche tempo rimbalza sui nostri schermi una pubblicità di una
nota catena di negozi di elettrodomestici, che per vendere meglio la
sua mercanzia sottolineata la bravura dei suoi commessi, formatisi
alla Cattolica.
Con uno spot due piccioni: ti reclamizzo la catena commerciale e le
scuole vaticane!
Non so se sia proprio legittima l’operazione. Per l’induzione
subliminale di favoreggiamento dell’istruzione confessionale e di
aggiramento del diritto del Lavoro. Si deve pensare che in quella
rete commerciale si può lavorare solo con attestati professionali di
marca cattolica?
Forse il Ministro del Lavoro potrebbe indagare. Anche se è
attualmente quell’onorevole Sacconi, che il 2 settembre, al convegno
delle Acli a Castel Gandolfo, ha rassicurato con un «abbiamo già
risolto», il cardinal Bertone che gli sussurrava: «mi raccomando sul
tema delle cooperative». Un’occhiuta telecamera ha fissato il
ravvicinato scambio di battute tra il ministro dello Stato vaticano
e quello dello Stato italiano.
Il cardinal Bertone aveva già fatto la sua richiesta ufficialmente,
poco prima, quando nel suo intervento a questo convegno delle Acli
aveva detto: «Mi sembra che il virtuoso mondo cooperativistico, da
apprezzare, che in periodi di crisi che ha dato lavoro e solidarietà
straordinaria, meriti un trattamento migliore di quello che gli è
stato riservato nella recente manovra economica».
Povero Tremonti, dove si gira per batter cassa tutti lo stroncano!
Così gli restano solo precari e lavoratori a reddito fisso da
tartassare. Le caste non si toccano! Soprattutto se vaticane.
Figurati le cooperative rosso porpora che fanno battere il cuore di
Comunione e Liberazione e del suo braccio armato economico: la
Compagnia delle Opere. A cui è legata a doppio filo anche la società
della pubblicità di cui dicevamo. Quella Bruno-Euronics, che dalla
Lombardia alla Sicilia moltiplica le sue aree di investimenti.
Sacri?
Maria Mantello (MicroMega, 5 settembre 2011)