La Chiesa Valdese di Milano
benedice le coppie gay
Il Sinodo del 2010 delle Chiese valdesi e
metodiste italiane* (massimo organo decisionale formato da 180
laici/che e pastori/e eletti dalla proprie chiese e riuniti
annualmente a Torre Pellice - Torino - per una settimana, da
tutta Italia) lo aveva già ratificato: nel caso in cui due
credenti evangelici/che omosessuali richiedano alla propria
chiesa locale la benedizione di una propria unione di vita,
laddove la chiesa locale stessa abbia raggiunto un consenso
maturo e rispettoso delle diverse posizioni, essa si può e deve
sentire libera di prendere le decisioni conseguenti, rimanendo
in costruttivo contatto con gli appositi organismi.
L’ordinamento della Chiesa valdese non contempla la celebrazione
di matrimoni di persone dello stesso sesso, né la chiesa ha mai
assunto una posizione precisa su questo tema; del resto, lo
stesso concetto di matrimonio, in ambito protestante, è molto
diverso da quello cattolico: non si tratta infatti di un
sacramento, ma di un atto eminentemente civile, sul quale si può
e si deve (per chi lo desidera, ovviamente) invocare l’aiuto e
la benedizione del Signore. Anche per questa ragione la chiesa
valdese non celebra i cosiddetti matrimoni “di coscienza”
(ovvero quelli in cui la parte dell’atto civile, per molteplici
motivi, non può essere compiuta).
Tutto era iniziato oltre un anno fa, quando Ciro e Guido,
entrambi evangelici (Guido valdese, Ciro di un’altra chiesa
sorella) avevano scritto una lettera profonda e toccante al
Concistoro – il consiglio di chiesa, organo esecutivo locale –
di Milano, chiedendo di poter condividere la gioia del loro
amore davanti a fratelli e sorelle di chiesa, e ricevendo una
benedizione pubblica, all’interno cioè di un culto domenicale,
della propria unione di vita. Si dicevano disposti ad aspettare
che la loro comunità fosse pronta, senza precorrere o bruciare i
tempi lunghi della “democrazia” e delle discipline valdesi o
affrettare la necessaria approvazione Sinodale dell’atto.
“Nelle nostre Chiese, valdesi e metodiste, si era cominciato da
molto tempo a dibattere della possibilità di testimoniare, anche
a livello liturgico, l’accoglienza e il riconoscimento delle
unioni di vita di persone dello stesso sesso, consci come siamo
che ogni patto d'amore realizzato nella libertà, nella
responsabilità e nella piena reciprocità per i credenti è
prezioso agli occhi di Dio e si nutre della sua promessa” -
commenta il pastore Giuseppe Platone - ma solo grazie a questa
lettera di richiesta al nostro Concistoro da parte di Ciro e
Guido e poi alla bella e a tratti animata discussione del
successivo Sinodo dell’agosto 2010, si è arrivati a una
decisione ufficiale e condivisa a larghissima maggioranza.”
"Saremo qui per celebrare la gioia di Ciro e Guido, invocare su
di loro la benedizione di Dio - benedizione che non ci
appartiene, ma che pronunciamo per conto Suo, in quanto chiesa
cristiana - e pregare con convinzione e affetto per due persone
che si amano e pertanto si impegnano a vivere insieme la loro
vita, secondo l’insegnamento dell’Evangelo. Adempiamo così il
mandato evangelico a predicare la grazia salvifica dell’amore di
Dio su tutti i suoi figli e le sue figlie*. Ed è proprio questa
grazia che verrà invocata anche nel corso della benedizione.” ha
concluso la pastora Dorothee Mack, che pure ha partecipato alla
stesura della liturgia. Nel culto di benedizione del 26 giugno
concelebrerà anche la pastora Anne Zell ora a Brescia, ma che
nei suoi anni di ministero a Milano aveva seguito da vicino la
coppia (e anche il Gruppo VA.R.C.O, in cui Ciro e Guido sono
sempre stati molto attivi.
(da:
milanovaldese.it, 25 giugno 2011)
*Cfr: Libero Pensiero, n°53 sett. 2010, p. 23