Hiv/Aids- Le
associazioni impegnate nella lotta contro il propagarsi
dell’infezione non si fidano di Giovanardi
Comunicato stampa
Roma, 26 maggio 2011. Le politiche di prevenzione di lotta contro
Hiv/Aids in Italia e nel mondo sono state consegnate nelle mani del
sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Droga
e alla Famiglia Carlo Giovanardi.
In vista del prossimo Meeting di Alto Livello dell'ONU in materia di
Hiv/Aids (UNGASS) che si terrà a New York ai primi di giugno, le
regole le detta infatti il Dipartimento Politiche Antidroga che fa
capo alla Presidenza del Consiglio, come chiaramente emerso
nell'incontro preparatorio al Meeting che si è svolto lunedì scorso
presso il ministero degli Affari esteri.
Come già denunciato dalle associazioni italiane, l'unica (l'unica!)
proposta avanzata in sede Onu da parte del governo italiano è la
cancellazione della dicitura “riduzione del danno” dal documento su
Hiv/Aids che verrà licenziato dal Meeting Onu e che dovrà essere
adottato dagli Stati membri. Una proposta sostenuta solamente, oltre
che dall'Italia, da Vaticano, Russia e Iran. Alla quale va ora
aggiunta la richiesta di cancellazione della dicitura che fa
riferimento dei programmi con terapie sostitutive per gli oppiacei
(per esempio metadone e buprenorfina), come risulta da documenti
ufficiali.
Tale posizione è stata ribadita durante la citata riunione da
Giovanni Serpelloni, Capo del Dipartimento Politiche Antidroga, che
ha motivato la volontà di cassare la dicitura specifica “riduzione
del danno” per sostituirla con quella generica di “riduzione del
rischio”, con il timore che tale terminologia possa aprire le porte
a provvedimenti quali l'avvio di stanze per l'autoconsumo
sicuro di stupefacenti e i programmi sostitutivi con eroina per
consumatori che abbiano fallito in precedenti programmi di recupero.
Un timore peraltro infondato, dato che sia le agenzie sia le
associazioni hanno ben dimostrato, storicamente e in diverse sedi,
di avere altre priorità e di difendere la definizione di riduzione
del danno per motivazioni che nulla hanno a che vedere con le
posizioni personali o il consenso elettorale.
Ora il veto italiano alla definizione di riduzione del danno rischia
di minare l'intervento globale contro la diffusione dell'Hiv come
descritto e promosso dalle maggiori agenzie sanitarie e non solo:
UNODC, UNAIDS, Organizzazione mondiale della Sanità, Commissione
Europea e molte altre. In molti Paesi i pochi interventi sanitari
rivolti ai consumatori di sostanze sono fondati proprio
sull'appoggio delle agenzie internazionali.
Le associazioni di lotta all'Aids e di difesa dei diritti civili
intendono denunciare e osteggiare tale irresponsabile comportamento
in tutte le sedi possibili, nazionali e internazionali. Anche
tenendo conto dell'impotenza più volte espressa, da parte di
rappresentanze ufficiali, a fronte di direttive indiscutibili che
“provengono direttamente da Roma”.
Le associazioni sottolineano inoltre l'inopportunità della battaglia
governativa di retroguardia anche alla luce della ormai consolidata
incapacità o assenza dell'Italia nel far fronte a vecchie e nuove
emergenze in tema di Hiv/Aids. Campagne sui preservativi più uniche
che rare, timide e inefficaci, nessuna campagna di prevenzione
diretta a uomini che fanno sesso con uomini, dei quali si nega
semplicemente l'esistenza, così come per lavoratrici e lavoratori
del sesso e loro clienti, e sono solo alcuni esempi. Disimpegno
nella lotta globale contro Hiv/Aids, in seguito al mancato
versamento dei contributi 2009 e 2010 promessi al Fondo Globale per
la Lotta contro l’Aids, la Tubercolosi e la Malaria, e alla mancanza
di impegni finanziari futuri verso lo stesso.
Scelte di non intervento che in questo Paese conosciamo bene: non si
fa alcunché, perché sennò poi chissà che succede. E così quello che
succede è che le infezioni in Italia sono in aumento e che nel mondo
si continua a infettarsi e a morire di Aids nonostante esistano
terapie in grado di evitare la progressione della malattia e di
frenare il contagio, anche con la complicità italiana. Senza contare
l'enorme costo, economico e di vite umane, che la mancata
prevenzione sempre comporta. E ora la scelta di affidare l'ultima
parola sulla posizione italiana nella lotta contro l'Aids al
sottosegretario Giovanardi e al suo Dipartimento Antidroga, presente
in una riunione in cui ha brillato di converso l'assenza del
ministero della Salute che, invece, nel resto del mondo e anche in
Italia è il vero regista delle politiche di lotta all'Aids sia sul
piano nazionale che internazionale.
Giovanardi, il senatore che si è appena scagliato contro la sobria
pubblicità dell'Ikea che raffigurava una famiglia composta da due
persone dello stesso sesso. Che vota da sempre contro ogni proposta
di legge che condanni l'omofobia. Che ha sostenuto in Parlamento che
non vi è dimostrazione che il preservativo sia efficace nella
prevenzione dell'infezione da Hiv. Che alla morte di un ragazzo come
Stefano Cucchi ha sentenziato: ”Cucchi è morto perché drogato e
sieropositivo”.
Le associazioni chiedono al governo italiano di rivedere la propria
posizione e di sospendere la richiesta di stralcio della definizione
“riduzione del danno” dal documento che verrà presentato in sede
ONU. Chiedono inoltre che siano rispettate le funzioni delle persone
incaricate sia in Italia che nelle sedi internazionali di occuparsi
di lotta contro l'Hiv/Aids, evitando dirigismi che finiscono col
mutilare le normali attività di consultazione e lobbing con i
corrispettivi esteri. Chiedono poi di conoscere al più presto come
sarà composta la delegazione di New York e se sia stata prevista, e
in quale forma, la presenza del mondo delle associazioni così come
raccomandato dalle stesse Nazioni Unite.
Chiedono infine al governo di chiarire quali sono le sue priorità in
materia di lotta contro Hiv/Aids. Se la linea è quella di
assecondare le spinte del sottosegretario Giovanardi o di avviare
finalmente adeguate politiche di prevenzione a tutela della salute
pubblica fondate sull'evidenza scientifica e sulle indicazioni delle
agenzie internazionali piuttosto che su posizioni ideologiche che
rischiano di far tornare indietro di 20 anni la lotta all'Aids.
Ovvero se intende presentarsi nelle sedi internazionali con una
faccia e una posizione credibili, o incredibili.
LILA – Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids
ANLAIDS
NADIR ONLUS
Osservatorio Italiano sull’Azione Globale contro l’AIDS
NPS Italia Onlus
ARCIGAY
MIT Movimento identità Transessuale
MARIO MIELI Circolo di Cultura Omosessuale
CDCP Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute
CNCA – Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza
Villa Maraini
FORUM DROGHE
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Giulio Maria Corbelli ufficio stampa Anlaids 349 8100203
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