Per cambiare. Appello per i Referendum del 12-13 giugno
Testimonianza
Il 12-13 giugno 2011 si terranno i Referendum per cancellare le
leggi sull’energia nucleare, la privatizzazione dell’acqua e il
“legittimo impedimento” che mette i ministri al riparo dalla
giustizia.
Il nucleare. Il governo ha voluto riportare l’energia nucleare in
Italia dopo un referendum nel 1987 che l’aveva rifiutata. Il
nucleare è un cattivo affare: costa troppo, quasi tutti i paesi lo
stanno abbandonando e in Italia le centrali non entrerebbero in
funzione che tra quindici anni. Dopo gli incidenti di Three Mile
Island, Chernobyl e Fukushima l’energia nucleare si è dimostrata una
minaccia per la salute delle persone. L’efficienza energetica e le
energie rinnovabili come il solare sono la strada che l’Italia deve
seguire. Ora il governo – vista l’impopolarità del nucleare – ha
fatto una retromarcia che potrebbe far saltare il referendum. E’ un
primo parziale successo, ma la decisione del governo non dà garanzie
per il futuro. Serve l’impegno perché i cittadini si pronuncino con
il voto contro il nucleare.
L’acqua. Il governo impone il passaggio a imprese private del
controllo e della gestione dell’acqua, considerandola una merce come
le altre, dimenticando che l’acqua è un servizio essenziale, un
diritto dei cittadini, un bene comune. Qui i referendum sono due:
uno sulla gestione privata e l’altro sui profitti delle imprese – la
legge prevede per i gestori un rendimento non inferiore al 7%. La
privatizzazione non porterebbe a un miglioramento dell’efficienza,
ma alla perdita del controllo da parte delle comunità locali su una
risorse essenziale, all’aumento dei profitti e del potere delle
multinazionali dell’acqua, al moltiplicarsi dei prezzi pagati dai
cittadini. Anche sull’acqua il governo ha prospettato modifiche alla
legge per evitare i due referendum senza fare marcia indietro sulla
privatizzazione. Anche sull’acqua serve l’impegno perché i cittadini
si pronuncino con il voto contro la privatizzazione.
Il legittimo impedimento. Il governo ha introdotto il “legittimo
impedimento” che permette al Presidente del Consiglio e ai Ministri
di non comparire in udienza penale per la durata della loro carica.
E’ un segno dell’arbitrio del potere politico e dell’”impunibilità”
dei potenti. La Corte costituzionale ne ha già abrogato le norme
portanti; bocciando quel che resta della legge, il referendum
metterebbe fine alla legislazione “su misura” fatta apposta per
evitare che Silvio Berlusconi affronti i processi in corso.
Per queste ragioni è importante fermare le manovre del governo che
puntano a cancellare i referendum su nucleare e acqua. Sarà la Corte
di Cassazione a decidere se il voto su questi temi si terrà o meno,
mentre si voterà comunque sul “legittimo impedimento”.
Per queste ragioni è importante – il 12-13 giugno – raggiungere il
quorum di 25 milioni di votanti ai Referendum e scegliere il SI a
tutti i quesiti.
E’ un voto che può porre alcuni limiti a un modello di sviluppo
insostenibile, che ignora i costi ambientali, sociali e i beni
comuni, e a un potere politico che calpesta giustizia e democrazia.
Un successo dei SI al Referendum costringerebbe la politica – sia
del governo che dell’opposizione – a fare i conti con la volontà dei
cittadini. L’impegno delle mobilitazioni sociali non si limiterebbe
a manifestazioni finora inascoltate, ma cancellerebbe alcune delle
peggiori leggi introdotte dal governo. Oggi è possibile un impegno
comune di cittadini, movimenti, reti, associazioni, sindacati per
arrivare a una larghissima partecipazione al voto del 12-13 giugno,
che porti a raggiungere il quorum e al successo dei SI. Noi vogliamo
impegnarci per quest’obiettivo: per mettere l’Italia sulla via di
uno sviluppo più sostenibile e di una democrazia più partecipata.
Per sottoscrivere l’appello e per promuovere iniziative:
referendumpercambiare@gmail.com