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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Le tv sparano le immagini di un Bagnasco compunto che sarebbe costretto a incontrare Berlusconi in pubbliche cerimonie, come quella annuale per celebrare i Patti Lateranensi (firmati l’11 febbraio del 1929 dal cav. Mussolini e dal card. Gasparri).Ma al di là dell’ufficialità, prima della cerimonia pubblica si è svolto un incontro riservato tra il cav. Silvio Berlusconi e il cardinale Tarcisio Bertone che ha chiesto al capo del governo italiano leggi precetto, soldi per le scuole cattoliche. E altre garanzie… Sull’argomento pubblichiamo l’articolo di Ettore Colombo, pubblicato sulla prima pagina de Il riformista il 20 febbraio 2011 L’incontro segreto tra Bertone e il Cav. di Ettore Colombo (Il riformista, 20 febbraio 2011) La cerimonia per i Patti Lateranensi di venerdì è stata preceduta da un incontro riservato tra Silvio Berlusconi e Tarcisio Bertone che ha chiesto garanzie su “fine vita” e soldi alle scuole cattoliche. Rapida approvazione della legge sul testamento biologico, il ddl Calabrò già approvato al Senato in prima lettura ora alla Camera. Soldi, e non pochi, messi a disposizione delle scuole cattoliche o “scuole paritarie”. Rapida risoluzione di uno spiacevole contenzioso tra l’Università Cattolica di Roma, il famoso Policlinico Gemelli, e la Regione Lazio, con il suo pieno coinvolgimento. Rassicurazioni sul fatto che la nuova giurisprudenza, avallata dalla Corte di Cassazione, sulle adozioni ai single non diventerà mai legge dello Stato e chiarimenti su quella legge sul crocefisso che la Ue vorrebbe approvare e cui l’Italia è contraria. Il retroscena del retroscena dell’incontro – in teoria formale, normalissimo – che si è tenuto l’altro giorno, venerdì 18 febbraio, a Villa Borromeo per la celebrazione dei Patti Lateranensi tra Italia e Santa Sede, sta tutto in un colloquio, breve ma succoso, avvenuto tra le delegazioni di due Stati, quello italiano e quello del Vaticano. Prima delle foto opportunity e prima, soprattutto, dell’arrivo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - a sua volta ben soddisfatto dal pieno coinvolgimento che la Chiesa ha assicurato ai festeggiamenti del 17 marzo, con tanto di presenza del Papa - la delegazione italiana, che era guidata da Silvio Berlusconi, accompagnato dal sottosegretario Gianni Letta e dai ministri Giulio Tremonti (che gode del massimo dei favori, dentro le mura vaticane) e Angelino Alfano, si è molto cordialmente intrattenuta con quella papalina, formata dal segretario di Stato, Tarciso Bertone, e dal presidente della Cei, Angelo Bagnasco, più alcuni cardinali di peso, in Vaticano. E se è vero che il cardinale Bagnasco – il quale, fanno notare ambienti vicini alla Cei, «deve tener conto della consistente ala progressista che ha chiesto prese di posizioni molto esplicite, sul caso Ruby, in direzione antiberlusconiana» - era visibilmente imbarazzato, a dover sedere accanto al premier, al punto da aver voluto precisare, ieri, che quello con Berlusconi «è stato un incontro istituzionale, di prassi, nella norma dell’incontro e del rapporto tra le istituzioni», non foss’altro perché il premier aveva subito esultato («l’incontro è andato benissimo») e perché il punctum dolens della vicenda Ruby continua a pesare, eccome, nella Chiesa («la fedeltà è un valore a tutti i livelli, anche in politica», ha sottolineato Bagnasco), resta in piedi la notizia di un fatto non da poco, quello dell’incontro “segreto”, sottaciuto anche dal quotidiano dei vescovi, Avvenire, che ha dedicato all’evento un freddo resoconto, a pagina 10. «Il Vaticano, inteso come Segreteria di Stato – ragiona, al contrario, un interlocutore costante sia di Bertone che di Bagnasco, nelle cene con i leader del mondo cattolico – bada al sodo e, al momento, alternative a questo governo non ce ne sono. Di certo non lo è Fini, che ha nominato un radicale ateo e anticlericale come Benedetto Della Vedova a capogruppo alla Camera, e non lo è Casini, troppo debole, il quale ci ha comunque fatto sapere di essere stato molto contrariato dalla nomina di Della Vedova. Tantomeno lo è il Pd, che subisce Vendola, un gay, o lancia la Bindi, che è cattolica come lo era Prodi: quei cattolici che la domenica vanno a messa, certo, ma che poi sponsorizzano leggi come i Pacs o i Dico! Per ora, al governo c’è Berlusconi». Morale. Bertone ha preso il coraggio a due mani e ha chiesto (lui, Bertone) al premier rassicurazioni precise sui temi in agenda che più stanno a cuore al Vaticano (e alla Cei): legge sul fine-vita, adozioni dei single, scuole cattoliche, crocefisso. Berlusconi le ha fornite, e subito. Del resto, Gianni Letta aveva preparato con cura l’incontro riservato che ha preceduto quello ufficiale e la presenza di Tremonti, oltre a quella del pupillo del premier, Alfano, e del ministro degli Esteri, Franco Frattini, era lì a testimoniare il massimo impegno e volontà di dialogo, da parte del governo. Sul “fine vita”, dove il dossier e l’iter parlamentare viene e verrà seguito passo passo dalla cattolicissima sottosegretaria Eugenia Roccella, su preciso mandato di Letta, la quale assicurerà che la legge verrà approvata, con piccole modifiche, da parte della Camera, entro il mese di marzo («quella legge s’ha da fare, e rapidamente», dicono in Cei), ma anche sul fronte più scivoloso, quello economico, nei confronti delle scuole cattoliche e del doppio regime fiscale in favore dei dipendenti della Città del Vaticano. In tema di legge sul biotestamento, oltre al voto, già sicuro, del Pdl come dell’Udc, gli esponenti del mondo cattolico sperano si facciano sentire pure i cattolici del Pd: «Mi auguro – dice il presidente del Mcl Carlo Costalli – che anche popolari come Fioroni e altri votino una legge per noi cruciale su cui serve un’ampia maggioranza». |
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