Fiaccolata a
Torino. Noi siamo con la Fiom per la dignità del lavoro nelle garanzie
costituzionali
Una forte emozione.
Piazza Castello piena di lavoratori, cittadini e cittadine con le
fiaccole.
Il ricordo acre della sconfitta del 1980.
Allora, l’espulsione di 23000 operai in Cassaintegrazione mascherata,
licenziamento di fatto, senza rotazione a carico degli inabili (per
lavoro e salute), delle donne, degli anziani, degli ultimi, le terze
categorie.
La manifestazione di Piazza San Carlo, che vide Enrico Berlinguer a
fianco degli operai di Mirafiori, segnò la fine di un percorso di lotte
operaie stroncato, allora come ora,da rapporti di forza che chiudevano
l’esperienza fordista, innovando l’organizzazione dei processi
produttivi, con l’espulsione dei “ribelli” o presunti tali, allora come
ora:
I ribelli di oggi. Forme del jungeriano “anarca”, si sintetizzano nel No
al Diktat di Sergio Marchionne e … Silvio Berlusconi.
Non possono, non devono, le “ragioni” del mercato prevaricare sugli
spazi di democrazia, sullo spazio della Libertà (al plurale), in
continua, vitalistica espansione, eterna contrapposizione alla cecità
del “potere”: contropotere che, come scriveva l’autore del Contrat
social a proposito dell’antico Tribunato della Plebe, “non potendo fare
nulla può tutto impedire”, in primo luogo difendendo democrazia e
Costituzione della Repubblica.
Difendere la democrazia, difendere la Repubblica, difendere la
Costituzione:
Coniugare mercato e diritti, perché questi consentano al mercato di
crescere con equilibrio tra Giustizia e Libertà.
Rivendicare prima che la deriva ci travolga il ruolo della politica dei
diritti, in Italia, in Europa e nel mondo: espressione di pluralismo e
dunque di Laicità.
Non è in discussione la sola organizzazione dei turni, ma diritti
costituzionali fondamentali delle persone
Con l’accordo sottoscritto solo da alcune Associazioni Sindacali e non
dalla FIOM; “le parti si danno atto che comportamenti individuali e/o
collettivi dei lavoratori idonei a violare in tutto o in parte e in
misura significativa le clausole del presente accordo ovvero a rendere
inesigibili i diritti o l’esercizio dei poteri riconosciuti da esso
all’Azienda, facendo venire meno l’interesse aziendale alla permanenza
delloscmbio contrattuale ed inficiando lo spirito che lo anima,
producono per l’Azienda gli stessi effetti liberatori” previsti per il
caso di comportamenti “idonei a rendere inesigibili le condizioni
concordate per la realizzazione del PIANO” (ovvero il non ancora chiaro
e comunque futuribile dal 2012 progetto italiano per Mirafiori della
Fiat):
E, addirittura, la violazione di una qualunque delle clausole
dell’Accordo da parte del singolo lavoratore comportera’ per costui
1) l’ irrogazione di sanzione disciplinare, anche espulsiva;
2) il venir meno, nei confronti del lavoratore, che dunque anche non
aderisca a nessun sindacato, dell’efficacia di tutte le clausole
dell’Accordo: dunque anche il venir meno della retribuzione piena?
Si tratta di clausole indecenti:
Dal travail decent, per usare l’espressione dell’OIL, all’asservimento
brutale al potere del Padrone,
mediante un meccanismo che annulla del tutto l’individuo e i suoi
inalienabili diritti costituzionali:
Quali diritti?
A) Il diritto di sciopero che appartiene al lavoratore e non può
appartenere a nessun altro (art.40 Costituzione);
B) Il diritto alla giusta retribuzione, proporzionata alla qualità e
quantità del lavoro prestato e in ogni caso sufficiente “a garantire al
lavoratore una esistenza libera e dignitosa”, pregiudicato da clausole
risolutive unilaterali riferite a comportamenti indeterminati e rimessi
nella valutazione all’arbitrio del Dominus, ovvero anche di terzi
soggetti (art..36 Costituzione);
C) Il diritto alla garanzia contro malattie e infortuni , che se
ricorrenti in certi giorni della settimana, autorizzano il Dominus a
sospendere in tutto o in parte la retribuzione (art.38 Costituzione);
D) Il diritto di manifestazione del pensiero e di organizzazione
sindacale all’interno del luogo di lavoro, precluso a chi non faccia
capo alle Organizzazioni stipulanti l’accordo, con diverse clausole
anche equivoche , come quella sopra trascritta che ineffabilmente fa
riferimento a generiche condotte imprecisate che , “inficiando lo
spirito che anima l’Accordo”, “producono … effetti liberatori” dagli
impegni contrattuali per il Dominus (art.21, 18 Costituzione) .
Senza contare l’annoso e irrisolto problema della rappresentanza
sindacale che decapita le Organizzazioni che non abbiano stipulato
l’Accordo.
Senza contare il venir meno del principio di onnicomprensività della
retribuzione globale di fatto a fini di trattamento di fine rapporto,
con riguardo alla clausola, degna del capitalismo compassionevole di
Charles Dickens, in puro stile manchesteriano, per cui le somme erogate
in compensazione della riduzione di minuti dieci, nella pausa pranzo,
pur essendo erogate stabilmente e continuativamente non avranno natura
retributiva, costituendo “indennità di prestazione collegata alla
presenza”: ineffabile definizione “spiritualistica”, in puro stile
lefebvriano:
Per inciso, l’erogazione spirituale in questione è di circa 30 euro
lordi al mese.
La stessa Civiltà del lavoro traballa .
Sono davvero in gioco i diritti, la vita di tutti.
avv. Antonio Caputo
Torino,12.1.2011
|