Biotestamento, tribunale Firenze
"Un tutore può fermare cure"
Un «amministratore di sostegno», una sorta di
tutore legale a cui viene affidato un compito preciso in caso di perdita
di coscienza, può a norma di legge impedire ai medici di procedere con
la rianimazione o anche con alimentazione e idratazione artificiale.
Lo ha stabilito il Tribunale di Firenze, che ha accolto il ricorso di un
cittadino di 70 anni, in perfetta salute. «Da oggi - sottolinea
l'avvocato Sibilla Santoni - chiunque può nominare un amministratore di
sostegno, che naturalmente può essere anche un fratello o una moglie,
perchè eviti, nel caso malaugurato di un incidente, che si effettuino
interventi sanitari sul nostro corpo contro la nostra volontà».
«Il Tribunale di Firenze - sottolinea il legale - ha detto, dunque »SI«
al Testamento Biologico, evidenziando che la libertà di scegliere a
quali trattamenti sanitari essere sottoposti è garantita da numerose
norme costituzionali e che eventuali leggi che non rispettassero tali
norme sarebbero a prima vista incostituzionali, oltre che non
democratiche».
Lo strumento per garantire la libertà di scelta è fornito dalla legge
sull'amministrazione di sostegno, l'articolo 408 del codice civile del
2004, che prevede l'istituzione di questa figura con compiti
predeterminati e riconosciuti dal giudice.
«Una figura - confessa Santoni - pensata dal legislatore per questioni
prevalentemente economiche, ma che con questo ricorso abbiamo fatto
diventare una sorta di 'tutore', come era peraltro il papà di Eluana, ma
con un compito già in anticipo riconosciuto dal giudice. Quindi, se il
cittadino perdesse la facoltà di comunicare o la coscienza,
l'amministratore può presentarsi dai medici con l'ordinanza del giudice
e chiedere di sospendere tutti i trattamenti che il cittadino ha in
precedenza escluso. In questo caso specifico, il giudice Palazzo
autorizza l'amministratore di sostegno, »sempre qualora il richiedente
non abbia nel frattempo cambiato idea«, a impedire che i medici
effettuino rianimazione cardiopolmonare, dialisi, ventilazione e
alimentazione forzata e artificiale, mentre autorizza le cure
palliative, compresi gli oppiacei, atte a lenire il dolore del paziente
anche se ciò significasse una riduzione dell'aspettativa di vita».
È un precedente importante - ribadisce Santoni - anche perchè il
ministero ha chiarito che i Comuni non possono accogliere i registri con
i testamenti biologici, e la legge ancora è ferma in Parlamento. Con
questo escamotage ai cittadini è riconosciuto il diritto della libera
scelta.
(fonte L'Unità, 12 gennaio 2010)
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