San Suu Kyi, la coraggiosa leader per i diritti umani e
civili in Birmania, che da oltre vent’anni combatte in
modo non violento la dittatura, e che per questo è agli
arresti domiciliari, dovrebbe essere liberata sabato 13
novembre 2010. La leader dell’opposizione democratica
birmana fu arrestata nel 1988, quando, a seguito della
sanguinosa repressione di una manifestazione popolare
contro il governo, la donna aveva organizzato la Lega
Nazionale per la Democrazia (LND). Questo partito vince
le elezioni del 1990, ma la giunta al potere non
riconosce il responso delle urne e dichiara sciolto il
partito.
Adesso
i termini di carcerazione di San Suu Kyi stanno per
scadere. E in attesa dell'evento, davanti alla casa
della donna e alla sede della LND si sono radunati gli
attivisti per i diritti umani e centinaia di cittadini
solidali, alcuni dei quali indossano magliette con la
scritta "Noi siamo con te". Vale appena ricordane, che
la signora San Suu Kyi si è anche impegnata in progetti
educativi per il suo popolo, utilizzando per questo
anche i fondi ricevuti nel 1991 per l'assegnazione del
Nobel per la pace.
L'avvocato di Sun Suu Kyi ha comunque reso noto che la
sua cliente non accetterà la liberazione se questa
dovesse essere condizionata o al suo espatrio, o al suo
silenzio.
La Lega Nazionale per la Democrazia ha cercato anche di
boicottare le recenti elezioni indette in Birmania
ritenendole una farsa. Sulle elezioni anche l'Occidente
non ha potuto essere del tutto sordo e cieco esse sono
state effettivamente una sceneggiata anche perchè
l'unico partito di Opposizione è stato messo al bando
dalla Giunta militare birmana. Lo stesso Presidente USA,
Barak Obama, ha espresso una netta opinione in merito,
dichiarando che le elezioni in Birmania non sono state "Nè
libere nè corrette" .
«Le schegge di vetro, le più piccole con la forza
tagliente e luccicante di difendersi contro le mani che
cercano di frantumarle, possono essere indispensabili
per chi vuole liberarsi dalla morsa dell'oppressione.»
San Suu Kyi