Riparte l’Onda - 8 ottobre
grande mobilitazione per la scuola statale
L’anno
scolastico è da poco iniziato e l’8 ottobre studenti,
genitori, professori delle scuole e delle università
italiane sono stati capaci attraverso il tam-tam della
rete, di dare vita ad una grande mobilitazione con
capillari manifestazioni e cortei in tutta Italia. Un
movimento che parte dal basso e che ha permesso la
partecipazione fattiva dei lavoratori della scuola
grazie allo sciopero promosso dagli Unicobas, a cui
hanno aderito altre numerose sigle sindacali, tra cui
Usi, Cobas, e Cgil (quest'ultima non per l’intera
giornata).
Da nord a sud fiumi umani in un abbraccio
intergenerazionale hanno inondato metropoli e piccoli
centri urbani italiani. 15mila manifestanti a Milano;
10mila a Torino; 5mila a Palermo; 4mila a Firenze,
Bologna, Lecce, Catania; 2mila a Genova, Messina,
Trieste... Ed migliaia se ne contano ancora a Cagliari,
Oristano, Bergamo, Viterbo, Siena, Aosta....
“Per riannodare cultura e politica”, “per salvaguardare
l’unica scuola libera: la statale”, “fucina di libertà
di pensiero e di ricerca”. Per il “bene comune", perché
la scuola “non riguarda solo professori e studenti, ma
tutta la cittadinanza”. “Senza scuola non c’è
democrazia” “non c’è civiltà”. Questi i civilissimi
slogans. Attualissimi e vitali, come vitale è la
Costituzione repubblicana che li ispira.. Ma vecchi
secondo il ministro dell'istruzione che all'insegna del
giovanilismo promuove corsi di militarizzazione
(cfr:
Bollettino
Libero Pensiero).
A Roma la mobilitazione più massiccia. In piazzale dei
Partigiani (il luogo non è stato scelto a caso) sono in
migliaia già dalle prime ore della mattina. Formano un
corteo di 35 mila. Arrabbiato gioioso dignitoso, che
arrivato a Viale Trastevere, ha circondato il ministero.
Contro la distruzione della scuola statale: questa
l’epocale riforma di cui la Gelmini si vanta.