Libertà di bestemmia
"contestualizzata"
«Sarò
all'antica, ma mi amareggia profondamente e mi turba -
sottolinea la vicepresidente della Camera - constatare
che per un pastore della mia Chiesa ci sarebbero
occasioni e circostanze nelle quali è possibile derogare
anche dal secondo comandamento». Con queste parole
l'onorevole Rosy Bindi ha replicato a monsignor Rino
Fisichella, che in occasione di un convegno a Pisa
(2/10/10), aveva ammonito a non "strumentalizzare" la
barzelletta raccontata da Silvio Berlusconi
sull'esponente del PD e conclusasi con una bestemmia.
«Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare
le cose», ha sostenuto Fisichella, che ha precisato:
«credo che in Italia dobbiamo essere capaci di non
creare delle burrasche ogni giorno per strumentalizzare
situazioni politiche che hanno già un loro valore
piuttosto delicato. Ritengo anche che si debba fare di
tutto per evitare il conflitto e dobbiamo quindi
guardare a cose più importanti e sono convinto che anche
i mezzi di comunicazione faranno la loro parte».
Insomma il patto d'acciaio con B. non va interrotto e
rientrino quindi nei ranghi anche quei giornali che si
sono tanto indignati per una contestualizzabile
bestemmia.
C'è da chiedersi, se monsignor Fisichella, in qualità di
presidente del Pontificio consiglio per la promozione
della nuova evangelizzazione, fornirà a breve anche un
promemoria per orientarsi in tali contestualizzioni. O
se la facoltà della libera bestemmia contestualizzata,
valga solo per l'uomo più potente d'Italia, a cui il
cardinale è andato in soccorso, ad esempio, già per
giustificare la sua comuninione (sebbene divorziato) ai
funerali del comico Vianello. In questa occasione Rino
Fisichella aveva dichiarato alla stampa: «Il presidente
Berlusconi essendosi separato dalla seconda moglie, la
signora Veronica, con la quale era sposato civilmente, è
tornato ad una situazione, diciamo così, ex ante. Il
primo matrimonio era un matrimonio religioso. E’ il
secondo matrimonio, da un punto di vista canonico, che
creava problemi. E’ solo al fedele separato e risposato
che è vietato comunicarsi, poiché sussiste uno stato di
permanenza nel peccato. A meno che, ovviamente, il primo
matrimonio non venga annullato dalla Sacra Rota. Ma se
l’ostacolo viene rimosso, nulla osta».