SPQR e
barbari di ritorno
di Maria Mantello
Senatus PopolusQue
Romanus è l’espressione della cittadinanza romana di
quel civis romanus sum, come dovrebbe sapere ogni
bambino fin dalle scuole elementari (anche alla scuola
di Adro?).
L’acronimo SPQR [Il Senato e il Popolo Romano
(decretano)], alto simbolo dello Stato di diritto era
l’orgoglio e la forza di Roma, che nella civitas
accoglieva tutti, in un’appartenenza nella cittadinanza
sancita dal Senato romano e dal popolo-stato che esso
rappresentava.
Certamente le questioni politiche e sociali non
mancavano, ma la Lex, il Diritto, che rendeva cittadini
di Roma popoli diversissimi tra loro, era la strada
maestra inclusiva per risolvere quei problemi.
Nel 143 d.c. il greco Elio Aristide, nel suo famoso
Elogio di Roma, scriveva: «C’è qualcosa che senza dubbio
è più degno di attenzione e ammirazione di tutto il
resto: la vostra magnifica cittadinanza, o Romani, la
cui meravigliosa concezione non ha eguali in tutta la
storia dell’umanità. [... ] Tutti i diritti vengono
riconosciuti a tutti».
Poi arrivò la decadenza, la corruzione e con essa la
mancanza di senso dello Stato. Le cariche di comando e
le votazioni erano comprate... Mentre le scorrerie dei
“barbari” si trasformavano progressivamente in
insediamenti territoriali, governati sull’appartenenza
al gruppo-clan, sulla legge del capo.
Un particolarismo
che avrebbe trionfato nel Medioevo con le sue gerarchie
vassallatiche che dello Stato facevano strame.
Le tribù padane di cui Bossi è a capo evocano in qualche
misura tutto questo. Sono il drammatico surrogato di
quella atavica concezione barbarica -come la chiamavano
i Romani- che conosce solo la legge del clan e in nome
del padre esclude disprezza perseguita il fratello.
Dello Stato le nuove tribù si accaparrano gli scranni di
comando. E mentre succhiano latte e oro per sé e per
propri famigli, erodono le fondamenta della civile
convivenza. A cominciare da quel principio che appunto
rappresenta l’acronimo SPQR, che adesso dal capo tribù
della immaginifica Padania è volgarmente insultato....
Forse, varrebbe appena ricordare che all’avanzare dei
“barbari”, i romani fecero concessioni, cercarono di
elargire loro prebende e ricchezze... Ne sottovalutarono
il pericolo... Ne furono sconfitti.
Maria Mantello