Bella Ciao,
la canzone simbolo della Resistenza
non piace alla Dirigente di una
scuola media
Il 27 maggio, in occasione della
“Settimana della musica” indetta dal
Ministero dell'Istruzione, gli
studenti della scuola media statale
Belli di Roma (quartiere Prati),
hanno suonato Bella Ciao.
Sì, proprio la canzone simbolo della
Resistenza, da cui è nata la
Repubblica e la nostra Costituzione.
Forse un omaggio all’approssimarsi
della ricorrenza del 2 giugno. Ma
Carla Costetti, dirigente scolastica
del Belli non ha gradito. E il
giorno dopo in una lettera rivolta a
genitori, studenti ed alunni ha
precisato: «esistono luoghi e tempi
opportuni nei quali sostenere con la
serietà del proprio lavoro, idee e
convincimenti che, pur nella libertà
di pensiero, non devono mai
diventare mancanza di rispetto o
offesa verso istituzioni o persone».
Come Bella Ciao possa
essere una mancanza di rispetto o
un’offesa per chi giura sulla
Costituzione repubblicana non è
molto chiaro.
Nella sua lettera, inoltre, la
preside aggiunge: «Quanto accaduto
deve far indignare. Sollecito gli
adulti a scusarsi nei modi ritenuti
più idonei per quanto accaduto, a
riflettere con le classi in modo da
far capire agli studenti che se è
giusto e importante esprimere le
proprie convinzioni anche se
divergenti è altrettanto giusto e
importante non assumere iniziative
che travalicano i limiti
dell'opportunità, del rispetto delle
persone, della correttezza, del buon
gusto».
Insomma genitori e docenti (gli
adulti) dovrebbero scusarsi per
l'indignazione procurata. A lei?
Al Ministero? Ai passanti? …
I docenti poi dovrebbero fare una
lezione particolare per insegnare
che la libertà di pensiero esiste ad
intermittenza.
Eppure proprio in sintonia colla
Carta Costituzionale, nel piano
dell’offerta formativa (Pof) della
scuola Belli alla voce
“nella formazione degli
alunni” è posto questo alto
obbiettivo:
imparare ad
essere per
avere la libertà di pensiero, di
giudizio, di sentimenti (Rapporto
UNESCO-Educazione ventunesimo
secolo).
Oltre a cambiare il Pof, che è
approvato dal collegio dei docenti,
presieduto dal preside,
bisognerà anche cambiare nome
alla scuola? I sonetti del grande
Giuseppe Gioacchino Belli, infatti,
potrebbero essere poco opportuni per
le loro veementi polemiche contro il
potere.
Maria Mantello