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tutta: dalla scuola statale a quella
locale
Il Ministro alla Pubblica
Istruzione, durante la prima uscita
pubblica, a pochi giorni dal parto,
annuncia che dal 2011, verranno
istituite graduatorie regionali.
Una dichiarazione questa che
dimostra quanto la Gelmini abbia
poca autonomia di pensiero e
lungimiranza.
La Ministra ci ha abituati ormai da
tempo, solo a drastiche riduzioni di
organici per accondiscendere ad una
logica perversa di tagli
indiscriminati imposti da Giulio
Tremonti.
Adesso al danno si aggiunge la
beffa, si trova un modo infatti, per
blindare gli insegnanti nella
propria terra evitando le migrazioni
da Sud verso Nord.
Un’idea raccapricciante,
incostituzionale, che creerebbe
sistemi scolastici diversi da una
regione ad un’altra. E ancor più
raccapricciante la motivazione
addotta: regionalizzare
le graduatorie per garantire la
continuità didattica.
Perché invece non pensare da subito
ad assicurare la stabilità degli
organici? Un mezzo questo, senza
dubbio più attuale
dell’antidiluviano isolamento tra
luogo di residenza e di lavoro.
La scuola pubblica e statale, laica
e solidale sta morendo per mano di
interventi privati, ghettizzazioni
dell’offerta formativa e risparmi a
favore dello Stato.
Anita Di
Giuseppe