Nel 2001
Alicja
Tysiąc denuncia il ginecologo
che le aveva strappato il
certificato medico. Inizia
l'iter giudiziario.
l'Accademia Medica di
Bialystok incaricata della
perizia, dichiara che «il
deterioramento della vista è da
attribuire al corso naturale del
suo stato di salute».
Anche la procure regionali e
distrettuali a cui si appella le
danno torto. Il caso viene così
archiviato. Ma il suo caso è
ormai famoso.
Strasburgo le dà ragione: il
diritto umano di scelta di
Alicja
è stato violato...
-Sostenuta
dalla femministe polacche,
Alicja si
appella alla Corte Europea
dei Diritti Umani, che il
20 marzo del 2007 condanna il
governo polacco ad una multa di
25.000 euro per aver impedito
con la sua restrittiva legge
sull'aborto, il diritto di
scelta della signora Tysiąc.
La Curia è
furiosa e dà la stura ad un'
ignobile campagna diffamatoria
contro la donna, accusata dalle
pagine del settimanale Gość
Niedzielny dell'arcidiocesi
di Katovice, di «perseguitare
il
suo paese per averle impedito di
abortire», la paragona ai
criminali nazisti e sottolinea
che «l’aborto comporta
l’uccisione di bambini innocenti
e la madre che abortisce compie
un omicidio».
Alicja
denuncia il giornale cattolico
al tribunale locale. Il 23
settembre 2009 arriva la
sentenza. Il giornale Gość
Niedzielny deve versare
10.000 euro di compensazione ad
Alicja Tysiąc e chiederle
pubbliche scuse dalle sue
pagine. I vescovi hanno però
deciso di ricorrere in appello,
sostenendo che loro intento non
era offendere la signora, ma
lottare per la tutela dei
bambini non nati.
Alla fine
i giudici polacchi devono darle
ragione - Il 5 marzo 2010 la
Corte di appello di Katovice ha
ribadito la condanna del
settimanale cattolico polacco
Gość Niedzielny e
dell'arcidiocesi a cui fa capo.
Sulla
strada dei diritti umani
qualcosa si è mossa finalmente
anche in Polonia.