di
Maria Mantello
"Il Colore Viola" ("The Color Purple"
nel titolo originale), era un romanzo
epistolare in cui la scrittice
afroamericana Alice Walker, narrava la
conquista della libertà di una giovane
donna, che si emancipava dalla
sottomissione patriarcale. Una strada
difficile. Tutta in salita. E che
passava dalla liberazione, innanzitutto
mentale dall’educazione a subordinazioni
ataviche. Al libro si era ispirato
l’omonimo film di Spielberg (1985),
rendendo famosa questa piccola grande
rivoluzione di dignità umana. In Viola.
Non so se il popolo di internet, che ha
promosso fin da ottobre il No B. Day, si
sia ispirato al romanzo della Walzer, o
al film di Spielberg. O ad entrambi, ma
fatto sta che il viola, dopo il 5
dicembre 2009, diventerà il colore della
dignità. Della autodeterminazione. Ben
al di là di quanti nelle piazze e nelle
strade di Roma (ma anche in concomitanza
a Parigi, New York, Londra, Bruxelles,
S. Paulo, Porto Alegre, Rio de Janeiro
...) lo hanno indossato ed issato
per rivendicare il dovere di essere
cittadini e non sudditi. Per affermare
la democrazia.
La
manifestazione del 5 è stata infatti
soprattutto una manifestazione
propositiva. Per la libertà. Per
l’uguaglianza. Per la giustizia.
“La
legge è uguale per tutti”. “La sovranità
appartiene al popolo “, “Chi è eletto
esercita il mandato nel rispetto della
Costituzione”. Questi i cartelli che
normali cittadini portavano. Quasi fosse
un corso di educazione civica, dove gli
studenti sentono la necessità di fissare
in manifesto i concetti fondamentali
delle lezioni. E del resto su un
cartello c’era proprio scritto:
“Educazione alla Civiltà”!
L’Italia s’è desta. Ed ha mandato un
messaggio chiaro. Ognuno dei presenti
era lì per dire: “Siamo cittadini e non
sudditi”! E sappiamo come stanno le
cose. Siamo “i fuoriusciti dalla
teledipendenza”. Anzi in questa
gabbia non ci siamo mai stati.
Contrariamente a quanto piace far
credere. “Siamo i vincitori della
Storia”. E “la storia non avrà pietà”!
Siamo qui e siamo in tanti: “il meglio
corteo degli ultimo 150 anni”. Chi non
poteva essere in strada era alla
finestra, e sventolava qualcosa di
viola. Un fiume umano, da piazza della
Repubblica a s. Giovanni ha colorato
Roma. In un abbraccio plurigenerazionale.
Ognuno con una sciarpa, un cappello, le
scarpe (finanche), un fiore, i capelli
(a volte), le bandiere, gli striscioni
.... In viola, per gridare: “le leggi ad
personam non sono una cosa buona!”. Ecco
allora che la parola d’ordine
“DIMETTITI”, per questa bella e concreta
società civile non è pulsione
emozionale, ma è approdo razionale
per salvare la legalità
democratica.